Roberta Bruzzone, la criminologa minacciata e perseguitata da un neurologo: “Vuole colpirmi con l’acido”

Insultata, diffamata e poi anche minacciata. Roberta Bruzzone, la criminologa più nota della tv italiana, volto fisso nei talk e nelle aule di tribunale, da anni vive con la costante paura di essere aggredita con l’acido. A raccontarlo è lei stessa, in aula a Roma, durante il processo contro il suo presunto stalker, un neurologo 51enne di Verona che avrebbe trasformato l’ossessione in persecuzione.
Dal primo insulto online a incubo senza fine
Tutto inizia nel 2017, quando l’uomo la bersaglia su Facebook con frasi sessiste e offensive che gli valgono già una prima condanna a 9 mesi. Ma quella sentenza non lo ferma. Anzi, sembra l’inizio di un’escalation. Ed è proprio la Bruzzone che lo racconta. «Non vivo più la stessa serenità di prima. Ho paura che un giorno possa colpirmi con l’acido, e non è un pensiero campato in aria».

Secondo la Procura di Roma, il neurologo avrebbe messo in piedi un vero e proprio stalking fatto di messaggi, post, email e persino esposti alle istituzioni. In aula, la criminologa ha ricordato un episodio avvenuto a Verona: «È arrivato in tribunale come una furia, gridando contro di me e accusandomi falsamente di aver insultato sua madre. Una scena surreale e violenta».
Minacce anche al marito della Bruzzone
Non solo insulti. Nel 2022, con un account falso, l’uomo avrebbe scritto “la tigre andrà a fuoco”. Un riferimento diretto alla Bruzzone, che da anni viene chiamata “la tigre” per il suo stile di comunicazione e per il tatuaggio che porta sulla spalla. La criminologa non ha dubbi: «Era un messaggio chiaro e rivolto a me».
Le minacce si sono estese persino al marito della Bruzzone, definito online “cornuto e demente”. Un copione che, secondo gli atti, sarebbe proseguito con esposti indirizzati a enti pubblici e privati per screditare la criminologa. «Mi ha accusata di essere manipolatrice, razzista, addirittura di istigare al suicidio. L’obiettivo era farmi perdere credibilità, soprattutto in Rai e nel mondo televisivo».
Sicurezza a ogni evento
Oggi la criminologa è costretta a vivere “blindata”. «Ogni mio evento si svolge con misure di sicurezza. Non posso più firmare un libro senza che prima vengano controllate le persone che si avvicinano. Non è la vita che volevo», ha ammesso. Ma la criminologa è abituata agli hater: proprio due giorni fa il tribunale ne ha condannato uno. E lei ha ringraziato pubblicamente, attraverso un post su Facebook, il suo legale. «Un ringraziamento alla mia sister super avvocato Serena Gasperini per la condanna ottenuta dinnanzi al Tribunale di Roma oggi per diffamazione aggravata nei confronti di una dei miei hater».