Rocca di Papa, rimosso lo striscione in ricordo del sindaco-eroe Emanuele Crestini, la mamma: “Rimettetelo”

Rocca di Papa sembra aver voltato pagina. Troppo in fretta. Il cartello dedicato a Emanuele Crestini — il sindaco morto dopo aver salvato tutti dall’esplosione del Municipio — è stato rimosso. “Abusivo”, dicono dal Comune. Ma per molti cittadini il vero abuso è quello della memoria: quella che un’amministrazione dovrebbe custodire, non cancellare. Da giorni, una donna anziana siede immobile accanto alla rotonda d’ingresso del paese. È Vanda Ferri, la madre di Crestini. Veglia su un punto vuoto, là dove prima c’era il simbolo del coraggio del figlio. Ora restano solo le sue parole, scritte su uno striscione: “Rimettetelo. Almeno la memoria.”
L’eroe dimenticato
Emanuele Crestini non era un politico qualunque. Nel giugno del 2019, quando un’esplosione devastò il Municipio, non scappò. Rimase dentro per far uscire tutti i presenti, fino all’ultimo impiegato. Ne uscì vivo, ma con ustioni gravissime. Morì dieci giorni dopo, all’ospedale Sant’Eugenio di Roma. Aveva solo 46 anni. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella lo ricordò come “l’Italia dell’altruismo e del dovere”, conferendogli la Medaglia d’Oro al Valor Civile. Un riconoscimento raro, riservato a chi sceglie il sacrificio invece della fuga. Da allora, Crestini è diventato per molti il simbolo di una politica che ancora crede nel servizio, nella responsabilità, nella vita degli altri prima della propria.

Lo striscione e la burocrazia
Lo striscione dedicato al sindaco-eroe era stato collocato anni fa su iniziativa dell’allora amministrazione comunale. Nulla di monumentale: un pannello con le parole del Presidente della Repubblica, all’ingresso della città. Ma lo scorso luglio, la nuova giunta di centrodestra ha deciso di rimuoverlo. Motivo ufficiale: mancanza di autorizzazioni per l’installazione. La memoria, secondo la legge, non aveva i permessi in regola. Al suo posto, spiegano dal Comune, verrà collocato un nuovo cartello di “benvenuto alla città”. Una sostituzione che per molti residenti suona come una rimozione simbolica. Un gesto che pesa più di mille parole, perché toglie spazio al ricordo e lo sostituisce con il nulla.
La protesta di una madre
Da giorni, Vanda Ferri presidia la rotonda. Una sedia, un ombrello, una bottiglia d’acqua e uno striscione con le parole di Mattarella. Non urla, non insulta. Semplicemente resta. “Non me ne andrò finché non lo rimetteranno”, dice. Alcuni cittadini si fermano, le portano un caffè, qualcuno lascia un fiore. Altri passano in silenzio, evitando lo sguardo. È una scena che sa di dolore, ma anche di dignità. Una madre che chiede solo memoria, non vendetta. E in quel silenzio, più forte di mille comizi, risuona la domanda che nessuno in Comune sembra voler affrontare: perché cancellare un simbolo che unisce, invece di difenderlo?
Una ferita aperta
Dietro la vicenda si intrecciano scelte politiche, burocrazia e, forse, una diversa idea di cosa significhi “onorare” un eroe. L’attuale amministrazione parla di legalità e regole. Ma la città si interroga: può la forma valere più della sostanza? Il cartello non occupava spazio pubblico, non offendeva nessuno, non faceva propaganda. Ricordava solo un uomo che, fino all’ultimo respiro, ha servito la sua comunità. Eppure, in un Paese dove i simboli contano, quel gesto pesa come una condanna. Perché togliere un ricordo significa, in fondo, riscrivere la memoria collettiva.
Il coraggio non va in prescrizione
“L’altra Italia — disse Mattarella — non appartiene alla nostra storia e al sentimento profondo della nostra gente. L’Italia vera è quella del sindaco di Rocca di Papa, Emanuele Crestini.”
Quelle parole oggi suonano come un monito, forse come un rimprovero. Perché un paese che dimentica i suoi eroi si condanna alla mediocrità. Rocca di Papa non ha perso solo un sindaco: rischia di perdere anche la propria anima. E mentre la burocrazia discute di permessi, una madre continua a sedere sotto il sole, in silenzio, a ricordare a tutti che la memoria non ha bisogno di autorizzazioni.