Rocca smonta le proteste sul Teatro di Roma: la sinistra vuole continuare a occupare tutto

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La sinistra strepita conto la nomina di Luca De Fusco al Teatro di Roma, ma “la verità è che qui ci sono uno statuto della fondazione e dei criteri del bando nella selezione per il manager che sono stati rispettati. E le regole in democrazia si rispettano. Il resto è ribaltare la realtà. Credo che a dimettersi debba il presidente Francesco Siciliano: ha provato a rimandare il cda, sapendo di essere in minoranza“. Lo ha detto il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, in merito alla nomina del direttore generale del Teatro di Roma, in un’intervista al Messaggero.

Rocca sul Teatro di Roma: “Le regole della democrazia vanno rispettate”

“La verità – prosegue Rocca – è che sulla cultura la sinistra si sente padrona di occupare tutti gli spazi. Dimentica che su queste tematiche deve valere sempre una forte dialettica e non esiste una superiorità morale. Io su questo fronte ne so qualcosa”. Per il governatore del Lazio, “con le loro uscite, gli esponenti del centrosinistra dimostrano il contrario di quello che predicano: sono loro che vogliono imporre alla politica un ruolo che non ha”.

Mollicone: “Nessun blitz, la sinistra non ha ancora elaborato la sconfitta”

Una posizione ribadita da Federico Mollicone, presidente della commissione Cultura della Camera. “Ma quale blitz? C’era l’urgenza di intervenire”, dice l’esponente di FdI a La Stampa. “Il Teatro è in esercizio provvisorio di bilancio, siamo a pochi giorni dalla scadenza per la presentazione della stagione, rischia di perdere i fondi del ministero della Cultura e di andare in deficit. Il cda si è tenuto regolarmente, l’hanno certificato gli organi di vigilanza presenti, che hanno firmato il verbale. C’era una maggioranza numerica incontestabile con i voti del ministero della Cultura e della Regione Lazio”.

Alla domanda “State occupando tutti gli spazi della cultura?” Mollicone risponde: “Si chiama democrazia dell’alternanza. Ho l’impressione che a sinistra non abbiano ancora elaborato il lutto della sconfitta, c’è una sorta di rimozione. Per anni sono stati abituati a gestire tutte le istituzioni culturali. Ma avviene tutto nel rispetto della legge, non c’è nessun autoritarismo, nessuna rivalsa, nessuna ricerca di egemonia culturale della destra, è un dibattito stantio che non ci interessa”.