Rocca trova il nuovo direttore per il Policlinico di Roma-Tor Vergata: verso la conferma del Commissario Ferdinando Romano

Regione Lazio, il rebus sulle nomine sanitarie trova finalmente una soluzione definitiva. Dopo mesi di tensioni politiche e poi gestionali, il presidente della Regione Francesco Rocca avrebbe finalmente individuato il nuovo direttore generale per il Policlinico di Roma-Tor Vergata, l’unica struttura sanitaria – tra le Asl e gli ospedali romani e laziali – ad essere rimasta senza una guida. La scelta sarebbe ricaduta sul dottor Ferdinando Romano, già Commissario straordinario della struttura stessa dal 17 luglio scorso.
Il Commissario Romano – è giusto ricordarlo – era subentrato in fretta e furia alla precedente Commissaria, Isabella Mastrobuono, dopo che quest’ultima era stata sostanzialmente ‘allontanata’ il 10 luglio dalla Giunta Rocca per presunte, ma gravissime criticità nella gestione del Pronto Soccorso. Una questione dai risvolti mediatici e giudiziari che aveva creato non poche grane ad uno dei principali snodi ospedalieri di Roma e provincia. Con tutti i successivi risvolti politici che si possono anche solo immaginare. Domani, giovedì 18 settembre, la Commissione Sanità del Lazio, presieduta da Alessia Savo (FdI) – vicepresidenti Rodolfo Lena (PD) e Orlando Tripodi (FI) – formalizzerà la decisione con un voto che appare ormai scontato.

Romano, da commissario a direttore
Romano non è un volto nuovo nei corridoi del Policlinico di Roma, come anzidetto. Dal 17 luglio scorso guida il Policlinico di Tor Vergata come commissario straordinario, subentrando in una fase esternamente delicata, segnata da mesi di incertezza prima politica poi anche gestionale-giudiziaria. Prima del suo arrivo, il manager aveva maturato esperienze importanti alla guida della Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila, costruendosi una reputazione solida nel mondo della sanità pubblica. La sua conferma rappresenta dunque un passaggio quasi naturale, che trasforma l’interim in una responsabilità a lungo termine.
Un dossier complicato per Rocca
Il Policlinico di Tor Vergata è stato fin dall’inizio della legislatura di Rocca una vera e propria spina nel fianco per il centrodestra. A differenza di altre aziende sanitarie, l’ospedale universitario è rimasto per mesi senza una guida stabile, generando critiche e tensioni. La difficoltà non era tanto nella scelta tecnica del nome, quanto nel quadro politico che circondava la nomina. Ogni tentativo di chiudere la partita si è arenato tra veti incrociati e contrapposizioni interne, rendendo la vicenda una delle più complesse tra quelle affrontate dal governatore.
Il braccio di ferro politico tra le correnti e i partiti di centrodestra
Non si è trattato soltanto di burocrazia. Nei mesi scorsi, attorno al Policlinico si è consumata una vera e propria battaglia politica. Da una parte il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ex direttore dell’Università di Tor Vergata, insieme al suo capo di gabinetto Marco Mattei, già direttore sanitario dello stesso ospedale. Dall’altra, la giunta Rocca e la sua maggioranza, intenzionate a segnare una discontinuità netta. La contrapposizione, mai dichiarata apertamente, ha però paralizzato la decisione, trasformando il Policlinico in un terreno di scontro tra poteri e interessi contrapposti.
La scelta della continuità
La conferma di Romano segna un punto di equilibrio. Non un outsider, ma un manager già al lavoro sul campo e apprezzato per i primi risultati. In questo modo Rocca porta a casa una nomina che restituisce forse stabilità a una delle strutture più importanti del Lazio, riducendo al minimo il rischio di nuove tensioni. La continuità con la gestione commissariale viene così trasformata in un mandato pieno, dando al Policlinico la prospettiva di una programmazione di medio-lungo periodo.
Un ospedale strategico per Roma e il Lazio
Il Policlinico di Tor Vergata non è un ospedale qualsiasi. È un centro universitario di eccellenza, snodo fondamentale per la formazione di medici e ricercatori, oltre che presidio cruciale per l’assistenza sanitaria dell’area est della Capitale. La sua importanza strategica ha reso ancora più urgente la definizione di una guida stabile. Ogni ritardo rischiava di rallentare l’attività clinica e di minare i rapporti con l’Università, creando fratture difficili da ricomporre.
Verso una nuova fase?
Con la nomina di Romano, il Policlinico entra in una nuova fase. La sfida sarà duplice: da un lato rafforzare i servizi e migliorare l’efficienza interna, dall’altro ricucire lo strappo politico che ha segnato i mesi passati. Il compito non sarà semplice, ma la scelta di un profilo esperto e già operativo rappresenta una garanzia. Ora spetterà al nuovo direttore dimostrare di saper trasformare una nomina attesa in un’occasione di rilancio per l’intera sanità regionale.
