Rogo Tivoli, Pd contro Pd. Crisanti chiede la testa di Santonocito, nominato dai dem


“Sono passati 25 giorni dall’incendio all’ospedale di Tivoli, che ha provocato la morte di tre persone e la chiusura della struttura, fra gli otto peggiori ospedali d’Italia secondo i dati dell’Agenas”, scrive su X il senatore del Partito democratico, Andrea Crisanti che osserva: “Giorgio Giulio Santonocito, Dg della Asl dal 2019, ancora non si è dimesso”.

Forse Crisanti era ancora a Londra quando Santonocito è stato nominato dalla giunta Zingaretti e ignora che la nomina fu fortemente voluta. Anzi, imposta, dal Partito democratico, con l’opposizione ferocissima del centrodestra e del M5s.

Santonocito era stato voluto dalla giunta Zingaretti

Correva l’anno 2019: era il 15 ottobre allorché la commissione regionale Sanità, politiche sociali, integrazione sociosanitaria, welfare, presieduta da Giuseppe Simeone (FI), aveva espresso parere negativo sulla nomina del direttore generale della Azienda sanitaria locale Roma 5.

Proveniente dall’Azienda Sanitaria Provinciale di Agrigento quale direttore generale, Santonocito, all’epoca 51eenne, nato a Gela (CL), dottore in economia aziendale laureato alla Università Bocconi con il massimo dei voti, Giorgio Giulio Santonocito, era stato appunto il manager indicato dal Presidente della Regione Lazio nello schema di decreto che la Commissione ha bocciato con 6 voti contrari, 1 astenuto e 5 favorevoli.

Per Davide Barillari (M5s), si era trattato di “un’altra discussione inutile, il parere non è vincolante e quindi inutile. Un’esperienza (quella di Santonocito, ndr) limitata all’ambito siciliano, un curriculum molto scarno, il dubbio è che sia una persona che arriva sul territorio senza conoscerlo. Chiedo ogni volta: possiamo conoscere i risultati che ha avuto? Mancano i risultati, facciamo un atto di fede”. Barillari ha poi fatto presente che su Santonocito pende una richiesta di rinvio a giudizio per abuso d’ufficio la cui “udienza preliminare si terrà fra 15 giorni. Questo non implica qualche piccolo dubbio?”.

“Non entro nel merito del curriculum ma nella gestione della nomina, la volta scorsa il nostro parere è stato ininfluente”, aveva detto Chiara Colosimo (FdI) riferendosi alle nomine dirigenziali in cinque strutture della Sanità regionale del luglio 2019 e esprimendo il suo parere contrario su quest’ultima, chiedendo se, “al netto dei problemi giudiziari, non c’è una persona proveniente dalla nostra regione da valorizzare a prescindere dalla tessera che ha in tasca”.

Voto contrario era stato espresso anche da Antonello Aurigemma (Gruppo Misto): “Il nostro parere è obbligatorio ma non vincolante” ma “l’invito è a tenere in considerazione anche chi ha idee diverse. Vorremmo cercare di pianificare un metodo di confronto”.

Parere contrario anche quello di Daniele Giannini (Lega): “Siamo sicuri che non ci sia una figura altrettanto valida all’interno della nostra regione che conosca il Sistema?”.

Che cosa accadde il 15 ottobre 2019

La commissione ha quindi votato la nomina, favorevoli Paolo Ciani (Centro Solidale–Demo.S), Marta Bonafoni (Lista Civica Zingaretti) e i consiglieri del Pd Marco Vincenzi, Enrico Panunzi e Marta Leonori, astenuto il presidente Simeone, contrari Loreto Marcelli (M5s) e il suo collega di gruppo consiliare Davide Barillari, Antonello Aurigemma, Chiara Colosimo, Daniele Giannini e Massimiliano Maselli.

Ma i pareri negativi non sono vincolanti ai fini della decisione finale sulle nomine, che la legge attribuisce al presidente della Regione. E Zingaretti aveva scelto appunto Santonocito, che oggi il collega senatore Crisanti contesta.