Rom, associazione 21 luglio: “In Italia verso fine stagione campi, Roma esempio virtuoso”

Superare i campi rom garantendo diritti, autodeterminazione e dignità. Questo il tema centrale del convegno “Una seconda vita. Il superamento dei campi rom in Italia e a Roma”, svoltosi nel pomeriggio in Campidoglio. L’evento, promosso da Roma Capitale con Associazione 21 luglio, ha visto la partecipazione dell’assessora alle Politiche sociali di Roma Capitale, Barbara Funari, del direttore generale della Fondazione Migrantes della Cei, monsignor Pierpaolo Felicolo, e di una rappresentanza dell‘Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali presso la Presidenza del Consiglio dei ministri. Nel corso dell’incontro, l’Associazione 21 luglio ha presentato i dati aggiornati sul superamento dei campi rom a livello nazionale e locale.
“A partire dagli anni 2000 – spiegano i referenti dell’Associazione – l’Italia è stata il ‘Paese dei campi’, impegnata nella progettazione, realizzazione e gestione di insediamenti monoetnici per famiglie rom in emergenza abitativa. Questi luoghi, costosi e lesivi dei diritti umani, sono stati per due decenni oggetto di critiche da parte di organismi europei. Dal 2020, però, si è registrata un’inversione di tendenza”. Dopo l’inaugurazione dell’ultimo campo rom in Italia ad Afragola (Napoli), molte amministrazioni hanno avviato percorsi di inclusione per superare queste realtà.

Secondo l’Associazione 21 luglio, se nel 2010 in Italia si contavano circa 40.000 rom in oltre 200 insediamenti formali, nel 2025 la situazione sarà significativamente diversa. Attualmente, il territorio italiano ospita 44 baraccopoli con circa 6.000 residenti identificati come rom e 61 macroaree abitate da circa 4.450 cittadini italiani di origine sinta. In particolare, le baraccopoli necessitano di un intervento urgente a causa delle condizioni di vita precarie, ma diversi comuni, tra cui Asti, Milano, Roma, Latina e Lamezia Terme, stanno avviando percorsi virtuosi per la loro eliminazione.
Roma, in particolare, si distingue con un Piano cittadino di superamento definito “virtuoso” dall’Associazione 21 luglio. Da dieci mesi l’organizzazione è impegnata nel superamento dell’insediamento di via di Salone, in un progetto che ha visto progressi importanti. Grazie agli interventi in ambito giuridico, sanitario, lavorativo, scolastico e abitativo, sono stati ottenuti risultati significativi: cinque residenti sono diventati cittadini italiani, due apolidi sono stati riconosciuti, tutti i minori in età scolare frequentano regolarmente la scuola e alcuni adulti hanno ottenuto un contratto di lavoro. Inoltre, la popolazione dell’insediamento è diminuita da 380 a meno di 200 unità nel corso del 2024.
Carlo Stasolla, presidente di Associazione 21 luglio, sottolinea l’importanza di questi numeri, affermando che “Superare i campi rom oggi non è solo auspicabile ma soprattutto possibile. Siamo impegnati nella diffusione del modello MA.REA., un esempio virtuoso di superamento degli insediamenti monoetnici, affinché la vergogna dei ‘campi rom’, oggetto per anni di critiche da parte dell’Europa e degli organismi internazionali per la tutela dei diritti umani, possa essere definitivamente superata”.