Roma, 13enne morta in un incidente sulla Laurentina. I pm: ‘Chi guidava correva’

L'auto dopo l'incidente sulla via Laurentina

Si chiude con la richiesta di rinvio a giudizio per omicidio stradale l’inchiesta sulla tragica morte di Gaia Menga. La tredicenne deceduta la notte tra il 4 e il 5 novembre 2023 in un incidente stradale sulla via Laurentina a Roma. La Procura di Roma, come riportato dal Corriere della Sera, ha depositato gli atti chiudendo le indagini a carico di B. S., la 33enne amica della madre di Gaia che era alla guida dell’auto quella sera.

Roma, 13enne morta in un incidente sulla Laurentina

Secondo gli inquirenti, la S., che ha perso l’ex fidanzato e futuro marito in un precedente incidente stradale, avrebbe guidato l’auto a velocità eccessiva e perso il controllo del mezzo, che si è capovolto più volte sbalzando Gaia fuori dall’abitacolo. A pesare sulla sua posizione, non solo la dinamica dell’incidente, ma anche la testimonianza resa ai vigili urbani subito dopo i fatti, in cui la donna avrebbe fornito versioni contrastanti su quanto accaduto.

L’incidente è avvenuto all’incrocio con via Giovanni Gutenberg, in zona Selvotta. L’auto, una Golf, era diretta verso Trigoria dopo una cena ad Anzio con la madre di G. e un’altra amica. L’esame alcoltest a cui è stata sottoposta la Sorsile ha dato esito negativo, mentre i vigili urbani hanno messo a verbale la scarsa illuminazione della strada, che però, secondo gli inquirenti, non avrebbe avuto un ruolo determinante nell’incidente, così come il manto stradale bagnato dalla pioggia.

I pm: ‘Chi guidava correva’

Ora la 33enne dovrà affrontare il processo con l’accusa di omicidio stradale. Un processo doloroso che riaprirà le ferite per la famiglia di Gaia, ancora sconvolta dalla perdita della giovane. Il dramma di questa ragazzina, strappata alla vita troppo presto, resta un monito per tutti gli automobilisti sull’importanza della prudenza e del rispetto delle regole alla guida.

Oltre alla velocità eccessiva, la Procura di Roma contesta alla Sorsile anche le aggravanti di aver guidato senza patente (era stata revocata per mancanza di copertura assicurativa) e di aver trasporto un minore non assicurato e senza cintura di sicurezza.

La madre di G., Giada Cerundo, ha espresso il suo dolore e la sua rabbia per la morte della figlia, chiedendo che venga fatta giustizia. “Mia figlia non c’è più – ha dichiarato la donna al Corriere della Sera – e io non avrò mai pace. Spero solo che chi ha causato il suo tragico destino paghi per quello che ha fatto”. Il processo a B. S. è previsto per i prossimi mesi. Sarà l’occasione per fare luce su quanto accaduto quella notte e per accertare le responsabilità della donna.