Roma, 20 persone tra pusher e borseggiatori in manette: blitz della Polizia tra Viminale e Esquilino

Roma, Polizia di Stato

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Un “city check” di dieci giorni, puntato su sicurezza pubblica, sicurezza urbana e contrasto al degrado, ha interessato la rotta ViminaleEsquilino. La Questura di Roma ha impostato un’azione a cadenza continuativa, con pattuglie in uniforme e agenti in borghese distribuiti nei punti più sensibili. Dalle gallerie di Termini alle banchine della metropolitana, fino ai vicoli e alle aree verdi segnalate come epicentro dello spaccio, il dispositivo ha coperto i corridoi di transito di turisti, pendolari e residenti. L’obiettivo: presidiare, prevenire, intervenire rapidamente.

I numeri dell’operazione

Il bilancio parla chiaro: oltre 1.500 persone identificate, 20 arresti e altrettante denunce. Le contestazioni vanno dalla detenzione e cessione di stupefacenti ai furti con strappo e alle rapine, fino a minacce e resistenza a pubblico ufficiale. Numeri che fotografano un lavoro serrato e non episodico, ma inserito in una strategia di continuità. La lettura operativa dell’area conferma il carattere “hub” della zona di Termini, snodo d’ingresso alla città e punto di passaggio verso il centro storico.

Aggressioni a Termini: indagini in tempo reale

Due giovani sono stati sottoposti a fermo per distinti episodi avvenuti nei pressi di Termini. Avrebbero colpito coetanei con calci, pugni e fendenti per derubarli, fuggendo prima dell’arrivo delle pattuglie. Decisiva l’analisi tempestiva delle immagini di videosorveglianza, estrapolate nelle ore immediatamente successive. Il Commissariato Viminale ha coordinato gli approfondimenti investigativi, incrociando segnalazioni, orari e traiettorie di fuga. Un lavoro “di prossimità” che conferma il valore della tecnologia quando è agganciata a un presidio costante del territorio.

Pusher e borseggiatori: come si muovono

Nel mirino degli agenti altre 18 persone tra pusher e borseggiatori. La dinamica operativa è ormai collaudata: spostamenti rapidi a piedi o in monopattino, appoggi di fiancheggiatori e “pali”, scambi in pochi secondi, aggancio delle vittime tra turisti e pendolari. La risposta è stata costruita su una doppia linea: osservazione discreta degli operatori in borghese e chiusura degli spazi con pattuglie in divisa, pronte a cinturare i varchi di fuga. Un modello che ha interrotto sequenze di reati seriali e ridotto l’effetto emulativo.

Polizia amministrativa: locali sotto osservazione

Parallelamente, i controlli hanno riguardato locali e attività commerciali segnalati come ritrovi di pregiudicati o collettori di violenze. Il caso simbolo è in via Giovanni Amendola: una rissa tra dipendenti e avventori, con vetri infranti e oggetti contundenti, aveva allarmato i residenti. L’istruttoria del Commissariato Viminale ha ricostruito dinamica e responsabilità, inquadrando il bar come abituale punto di ritrovo di soggetti con precedenti. L’esito è stato un provvedimento di sospensione della licenza per 20 giorni.

Licenze sospese e obblighi violati

Non solo intrattenimento. Una struttura ricettiva in via Cialdini è incorsa nella sospensione della licenza per omessa registrazione degli ospiti e mancato aggiornamento del portale “Alloggiati Web”. Due inadempienze che incidono direttamente sulla sicurezza: le registrazioni consentono tracciabilità, prevenzione e riscontri tempestivi in caso di reati. Il messaggio è netto: il contrasto all’illegalità passa anche per il rispetto degli obblighi amministrativi, soprattutto nelle aree a più alta densità di passaggio.

Pulizia e decoro: la sinergia con AMA

Il fronte del decoro è stato affrontato con un’azione congiunta con AMA. Mentre le pattuglie intervenivano su spaccio e borseggi, gli operatori ambientali procedevano alla bonifica dei luoghi degradati, particolarmente esposti perché a ridosso della stazione ferroviaria. Ridurre rifiuti e giacigli improvvisati significa sottrarre terreno all’illegalità minuta e restituire fruibilità a marciapiedi, piazze e fermate. Una pulizia che non è “cosmetica”, ma parte della prevenzione: luoghi curati scoraggiano l’attecchire di attività illecite.

Intervento sociale: la rete di protezione

Accanto alle sanzioni, la Sala Operativa Sociale ha censito persone in condizione di fragilità, attivando percorsi di supporto e accoglienza. L’approccio è inclusivo: chi vive in strada viene intercettato e indirizzato a servizi dedicati, a partire dalle esigenze primarie. La sicurezza urbana, in questo disegno, non è solo repressione dei reati ma anche gestione delle vulnerabilità che alimentano microconflittualità e degrado. Prevenire significa anche accompagnare fuori dall’emergenza chi rischia di rimanere ai margini.

Cosa cambia per residenti e viaggiatori

Per cittadini e visitatori, il dispositivo si traduce in più visibilità di divise, controlli mirati e tempi di intervento ridotti. Utilità concreta: segnalare tempestivamente movimenti sospetti al 112, custodire con attenzione borse e smartphone nelle aree affollate, evitare scambi con venditori improvvisati, segnalare esercizi fuori norma. Le sospensioni di licenza e le denunce indicano tolleranza zero per chi usa l’area come “copertura” di attività illecite. L’obiettivo è stabilizzare il risultato perché la percezione di sicurezza segua i numeri.

Il modello “city check”: una strategia replicabile

Il format impiegato nasce da una scelta condivisa in sede di Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica: approccio integrato, senza soluzione di continuità, su quartieri “porta della città”. Viminale–Esquilino è banco di prova e, al tempo stesso, nodo strategico: se funziona qui, il modello è replicabile in altri hub di transito. La combinazione di tecnologia, controllo amministrativo, pulizia urbana e intervento sociale mira a un obiettivo univoco: restituire sicurezza e decoro, con benefici tangibili per chi Roma la abita e per chi la attraversa ogni giorno.