Roma, 27enne investito sulla Togliatti, Ismael Anwar muore dopo giorni di agonia: ‘Ciao amico nostro’

Ismael Anwar morto

Aveva lasciato il suo paese per costruirsi un futuro migliore. Aveva salutato la sua terra ed era arrivato a Roma, città che lo ha accolto e lo ha fatto sentire a casa. Non conosceva la lingua, non aveva soldi per il cibo, non aveva con sé i documenti per lavorare e nei primi mesi viveva per strada. Una vita difficile, fatta di sacrifici, ma anche di una passione che ha coltivato e non ha mai mollato: il parkour. Amava volteggiare, fare le sue acrobazie, sentirsi libero. Ma il destino per Ismael Anwar è stato crudele, beffardo: il giovane, appena 27 anni, ha perso la vita dopo giorni di agonia in ospedale, proprio a Roma, quella città che ormai era diventata un po’ anche ‘sua’.

Roma, incidente all’Eur: vigile investito da un’auto, è grave

Ismael Anwar morto investito sulla Togliatti a Roma

Il terribile incidente è avvenuto venerdì sera sulla Togliatti, all’altezza di via degli Olivi a Centocelle: è qui che Ismael è stato falciato da un’auto, un’Audi A6 condotta da un 23enne rumeno. Il 27enne è stato subito soccorso, portato in codice rosso al Policlinico Umberto I, dove dopo giorni ieri i medici si sono dovuti arrendere. Il suo cuore non ha retto, ha smesso di battere per via di quelle ferite troppo gravi riportate nell’impatto.

La posizione del conducente dell’auto è al vaglio degli inquirenti perché sembrerebbe che in un primo momento il 23enne si sia allontanato dopo l’investimento, per poi tornare sul posto poco dopo. In ogni caso, spetterà ai caschi bianchi chiudere il cerchio e definire la dinamica esatta. Mentre a loro spetta il compito di indagare, gli amici piangono Ismael, un ragazzo buono, talentuoso, sempre sorridente.

L’amore per il parkour, il saluto degli amici

“Ci abbiamo messo un po’, forse è ancora presto. Abbiamo preferito continuare a onorare la tua persona amico nostro. Non potendo più fare nulla per te, questa volta aiutando i tuoi cari e la tua famiglia a starti vicino da quel maledetto venerdì sera. Avevamo così tanti e ambiziosi progetti” – dicono gli amici del Reverie Tribe, l’associazione di parkour a Roma. Ismael si era presentato da loro il 5 marzo del 2024, in inglese aveva detto di avere 25 anni, di venire dall’Iraq e di essere un giocatore ‘pro’ di parkour. Aveva iniziato lo sport nel 2013, era un coach e avrebbe tanto voluto unirsi a quella squadra capitolina. Ma c’era un problema, aveva spiegato: era immigrato.

Nonostante la lingua, le culture differenti, Ismael è riuscito a integrarsi. “Ci siamo fidati, noi di lui, lui di noi. Ci ha confidato il suo passato e insieme abbiamo cercato una via per costruire un nuovo futuro. Lo abbiamo visto lottare, ogni giorno senza mai voler gravare sulle spalle di nessuno e mantenendo alta la testa davanti a tutti gli ostacoli”. Ismael non si è mai arreso e ha continuato a coltivare la sua passione, anche quando aveva trovato lavoro come bracciante a Reggio Calabria. Pochi euro in tasca, ma la voglia di ‘lanciarsi’ con dei flip unici. “Ismael ci ha insegnato che tutto è secondario quando si insegue una passione. E ogni giorno ci ha dimostrato come la disciplina è un ingrediente essenziale per raggiungere un sogno. Ogni mio traguardo era anche il suo” – spiegano.

“Sogni infranti”

Il 27enne voleva continuare a praticare il parkour, avere un lavoro, ricongiungersi con la compagna e avere una vita lontano dai pericoli. Ci stava riuscendo, dicono. Ma il destino è stato crudele e gli ha strappato via tutti quei sogni. In pochi, pochissimi istanti. “Dopo più di 2500 km attraversati a piedi tra due continenti in compagnia dei lupi nelle notti, per inseguire il tuo sogno, tu hai perso la tua giovane vita sulla Palmiro Togliatti a Roma. Non sappiamo se potremo mai accettarlo” – continuano i suoi amici.

Ismael era riuscito, in poco tempo, a entrare nel cuore di tutti. E lì ci resterà, nessuno sembra avere dubbi.