Roma, addio a Marco D’Emilia, storico esponente della CGIL: “Una vita dedicata ai lavoratori in Campidoglio”

Marco D'Emilia, CGIL, in una recente occasione, FOTO ROMA DAILY NEWS - www.7colli.it

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Roma piange la scomparsa di Marco D’Emilia, storico dirigente della CGIL e voce autorevole delle battaglie sindacali nella Capitale. Figura centrale nel panorama romano del lavoro, D’Emilia ha rappresentato per decenni un punto di riferimento in Campidoglio per migliaia di lavoratrici e lavoratori, portando avanti con determinazione la difesa dei diritti e della dignità professionale. La notizia della sua morte, avvenuta oggi 18 settembre 2025, ha suscitato un’ondata di cordoglio trasversale, dal mondo sindacale a quello politico, lasciando un vuoto difficile da colmare.

Una vita spesa per i diritti a Roma, quella di Marco D’Emilia

Nato e cresciuto a Roma, D’Emilia aveva dedicato tutta la sua vita al sindacato, entrando giovanissimo nella CGIL e diventandone presto uno dei volti più rispettati. Le sue battaglie, spesso condotte in Campidoglio e nei tavoli istituzionali, hanno sempre avuto come obiettivo la difesa dei più deboli, dei lavoratori precari, dei giovani senza tutele e delle categorie professionali più fragili. Conosciuto per il suo approccio diretto e concreto, non smetteva mai di ricordare che dietro le sigle e i numeri c’erano persone in carne ed ossa, famiglie, storie di sacrificio e di riscatto.

L’impegno nelle Funzioni Locali di Roma e del Campidoglio

La sua esperienza sindacale si era concentrata in particolare nel settore delle Funzioni Locali, cuore pulsante della macchina amministrativa. D’Emilia si è battuto non solo per i dipendenti capitolini in senso stretto, ma anche per la Polizia Locale, sempre in prima linea nelle strade della città, e per le maestre e i docenti delle scuole pubbliche.

Una galassia di lavoratori spesso invisibili, ma fondamentali per il funzionamento quotidiano della Capitale. D’Emilia conosceva bene le difficoltà di queste categorie: contratti precari, organici ridotti, carichi di lavoro crescenti. Le sue battaglie hanno contribuito a portare queste questioni sui tavoli istituzionali, trasformandole in temi centrali del dibattito politico romano.

L’omaggio di De Santis

Tra i primi a ricordarlo, il consigliere di Azione in Campidoglio, Gianni De Santis, che ha espresso “profondo cordoglio per la scomparsa di D’Emilia”. Le sue parole fotografano bene la dimensione umana e politica del sindacalista: “Ha dedicato la sua vita alla difesa della dignità del lavoro, impegnandosi con passione e competenza. La sua scomparsa lascia un vuoto profondo, non solo nella CGIL, ma in tutti coloro che hanno avuto il privilegio di collaborare con lui”. Un ricordo che mette in luce non solo l’attività pubblica, ma anche la generosità personale, la capacità di ascolto e la forza di un carattere che sapeva unire fermezza e umanità.

L’abbraccio dell’assessore alla Scuola di Roma Claudia Pratelli

Molto sentito anche il ricordo di Claudia Pratelli, assessora alla Scuola, Formazione e Lavoro di Roma Capitale, che ha parlato di “un grande dolore per una perdita improvvisa e prematura”. Pratelli ha sottolineato il legame personale che la univa a D’Emilia: “È stato per anni un punto di riferimento insostituibile della CGIL di Roma, un interlocutore appassionato e leale, con cui ho stretto un rapporto di sincero rispetto e stima”.

La sua nota si chiude con parole che testimoniano un vuoto non solo istituzionale, ma anche umano: “Roma perde una voce autorevole e generosa, il mondo del lavoro perde un presidio prezioso di diritti e dignità”.

La voce dei lavoratori

Se i comunicati istituzionali raccontano l’importanza politica e sindacale di Marco D’Emilia, è nelle parole di tanti lavoratori che emerge la dimensione più vera del suo impegno. Nei corridoi delle sedi sindacali, tra chi lo ha conosciuto nelle lunghe trattative o nelle piazze gremite, il ricordo è unanime: D’Emilia era uno che non mollava mai, che arrivava al tavolo con soluzioni concrete, ma soprattutto con la volontà di ottenere risultati reali per chi rappresentava. Non era raro vederlo fino a tarda notte in Campidoglio, con i fascicoli sotto braccio, pronto a discutere ancora un punto in più pur di strappare un miglioramento per i dipendenti comunali, per i vigili urbani o per le insegnanti delle scuole dell’infanzia.

Un’eredità che resta a Roma, quella di Marco D’Emilia

La morte di Marco D’Emilia lascia un vuoto difficile da colmare, ma anche un’eredità importante: quella di una visione del sindacato come presidio di giustizia sociale, capace di confrontarsi con la politica senza mai rinunciare alla propria autonomia.

In un’epoca in cui il mondo del lavoro vive trasformazioni profonde e spesso dolorose, la sua figura resta un esempio per chi continua a battersi per condizioni dignitose eque. “Che la terra gli sia lieve” – ha scritto Pratelli – e questa frase, più che un congedo, suona come un impegno a portare avanti le battaglie che lui non potrà più guidare.

Il ricordo di Roma

Roma, oggi, si stringe intorno alla famiglia, agli amici e ai compagni di lotta di Marco D’Emilia. Ma, al tempo stesso, fa memoria del valore di una vita spesa interamente al servizio degli altri. Non solo un sindacalista, ma un uomo capace di tenere insieme competenza e passione, di parlare ai lavoratori come agli amministratori, con la stessa fermezza e la stessa chiarezza. La Capitale perde una voce importante, ma guadagna una memoria da custodire, per ricordare che dietro ogni conquista c’è sempre chi ha avuto il coraggio di lottare.