Roma, addio alle politiche ‘green’ di Gualtieri: in arrivo 38mila metri quadri di nuovi capannoni ad Acilia

Nel corso della campagna elettorale 2021 il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, aveva promesso lo stop al consumo di suolo, uno dei cancri della società moderna, eppure sembrano andare in tutt’altra direzione le politiche dalla Giunta che guida. Roma ha pubblicato quest’oggi, 5 maggio, un bando per avviare l’ampliamento del Consorzio industriale di Acilia – Dragona situato nei pressi di via Enrico Ortolani. Si tratta di nuove lottizzazioni che coinvolgeranno – così leggiamo tra le carte – un totale di circa 38mila metri quadri totali di terreno di proprietà comunale, al momento intonso.
Un’area ampia, in totale, l’equivalente di 8 campi da calcio di serie A da destinare in parte a finalità industriali (26 mila metri quadri) e (circa 12mila metri quadri) in parte artigianale, ma suddivisa in sottolotti. Il via libera ‘politico’ della Giunta Gualtieri all’intera operazione risale a luglio 2024. Ma solo ora è arrivata la pubblicazione del bando, dopo i vari disbrighi amministrartivi.

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Si tratta, per la precisione, della messa a bando di 11 distinti lotti di terreno, sette industriali e quattro artigianali, che sorgerebbero tra quelli preesistenti. Un’operazione che si configura come il presunto completamento di un disegno urbanistico di ispirazione novecentesca, pensato in epoca fascista per strutturare un tessuto produttivo attorno alla Capitale.
Quest’area industriale affonda difatti le sue radici nel secolo scorso, per la precisione al 1933, anno in cui il Comune mise le mani su parte di questi terreni. Da allora è cominciato uno sviluppo che si è arrestato solo nel lontano 1990.
Sette lotti destinati all’industria al servizio di Roma
Tornando al progetto della Giunta Gualtieri, il primo blocco dell’intervento riguarda sette lotti di terreno destinati a insediamenti industriali. L’area interessata copre 25.955 metri quadrati, per un valore complessivo stimato, dal Comune, in circa 702mila euro. Ogni lotto sarà ceduto in diritto di superficie per una durata di 99 anni, con obbligo per i futuri concessionari di edificare manufatti funzionali allo svolgimento di attività industriali.
Le superfici variano dai 2.900 ai 4.800 metri quadrati, con un prezzo al metro quadro compreso tra i 26,78 e i 27,27 euro. L’intero pacchetto si inserisce in un tessuto già parzialmente urbanizzato.
Spazio per l’artigianato con 4 lotti
Parallelamente, il Comune mette a disposizione, nel suo bando, anche quattro lotti artigianali, per una superficie complessiva di 11.641 metri quadrati. Il valore stimato di questa seconda tranche ammonta a circa 312mila euro.
L’operazione è analoga a quella dei lotti industriali, sia per durata della concessione che per modalità di realizzazione: anche in questo caso, le imprese selezionate saranno obbligate a costruire entro termini prestabiliti e a destinare gli edifici esclusivamente ad attività produttive. I prezzi al metro quadro oscillano tra i 26,38 e i 27,21 euro.
Le condizioni imposte dal comune di Roma
Per evitare derive speculative, il Comune ha posto alcuni vincoli: i manufatti dovranno essere ultimati entro tre anni dal rilascio dell’autorizzazione (salvo le eventuali e ‘classiche’ proroghe), mentre le attività dovranno iniziare entro sei mesi dal completamento dei lavori.
Inoltre, la parte commerciale delle strutture non potrà superare il 10% della superficie produttiva, con un massimo di 250 metri quadrati, vietando esplicitamente la creazione di vere e proprie superfici di vendita o centri commerciali mascherati. Non sarà consentito vendere o affittare separatamente l’area destinata alla commercializzazione.
Accesso riservato alle imprese produttive
Il bando è rivolto esclusivamente a imprese industriali o artigiane, singole o aggregate, impegnate nella produzione di beni o servizi. Sono previste stringenti condizioni di partecipazione, tra cui l’invio della documentazione fiscale e societaria riferita agli ultimi tre anni e la certificazione del codice ATECO.
Le domande dovranno pervenire al Comune di Roma entro il 19 giugno 2025, esclusivamente tramite posta elettronica certificata (PEC), pena l’esclusione. Nessun margine, quindi, per aziende già decadute da precedenti concessioni o coinvolte in cessioni irregolari.
Una scommessa (politica) sul rilancio produttivo di Roma, a spese del suolo e della rigenerazione
L’obiettivo di questo bando, per il Comune di Roma e la Giunta Gualtieri, è attirare investimenti e generare occupazione. Trasformando un’area in gran parte inutilizzata in un polo produttivo più ampio, che permetterà al Comune di ‘fare cassa’, con i relativi introiti. Ma – domandiamo – non sarebbe stato possibile ottenere lo stesso risultato in termini di occupazione, ma rigenerando immobili preesistenti, inutilizzati e/o abbandonati presenti in quello stesso quadrante della Capitale e risparmiare nuove costruzioni e quindi l’utilizzo di suolo? Sono state fatte ricerche in tal senso? Speriamo, presto, di ricevere risposta!

