Roma, adescano uomini online: finto marito esce dall’armadio e li rapina, a giudizio escort e complici

Luci rosse

Una donna avvenente, una casa accogliente a Roma, in zona Casal Bruciato, e la promessa di un incontro riservato. Sembrava un appuntamento come tanti, di quelli fissati dopo una chiacchierata su un sito di incontri a pagamento. Ma dietro le foto ammiccanti e le parole seducenti si nascondeva una trappola ben congegnata. Chi rispondeva a quegli annunci finiva in un appartamento dove, dopo aver consegnato il denaro e iniziato a spogliarsi, oltre alla escort si trovava davanti un uomo che piombava fuori da un armadio o da una stanza vicina, fingendo di essere il marito tradito. Le vittime venivano aggredite, minacciate e derubate, lasciate scappare in preda al panico, spesso seminude.

Ora, dopo mesi di indagini, la vicenda si chiude con una condanna. La donna e uno dei suoi complici sono stati giudicati con rito abbreviato. Dovranno scontare 3 e 4 anni di carcere, mentre il terzo complice affronterà un processo con rito ordinario.

Cielo, mio marito!

Il piano era semplice. Ricalcava quello che tutti hanno visto nei vecchi film o sentito raccontare nelle barzellette: l’arrivo del marito geloso. Solo che qui il marito era finto: erano in due, complici della donna che metteva gli annunci. E si alternavano nella sceneggiata, uscendo a sorpresa dopo che il cliente di turno si era spogliato. A spiegare cosa accadeva sono gli atti della Procura di Roma. Tutto partiva da falsi annunci hot, con nomi e numeri diversi ma una sola voce al telefono. Quella di una donna dall’apparenza gentile, che illustrava con calma le “condizioni” e fissava l’incontro. Che però nascondeva la trappola.

Alla fine maggio, i Carabinieri della Compagnia di Roma Piazza Dante, insieme agli agenti del V Distretto Prenestino e del Commissariato di Tivoli-Guidonia, hanno chiuso il cerchio. Su ordine del GIP del Tribunale di Roma, i tre italiani, due uomini e una donna, sono stati arrestati. L’accusa è di rapina aggravataestorsionelesioni personaliricettazioneviolenza privatauso indebito di carte di pagamento e danneggiamento. Gli investigatori hanno scoperto che i tre agivano con un modus operandi identico ogni volta.

Le vittime, convinte di raggiungere una donna disposta a incontri a pagamento, venivano invitate nell’appartamento di Casal Bruciato. Lì ad accoglierle trovavano proprio lei, in abiti succinti e con modi rassicuranti. Ma appena entrati e consegnati i contanti, iniziava l’incubo. Dalla stanza accanto o dall’armadio compariva il complice, il finto marito geloso. E con urla, minacce e botte costringeva i clienti a fuggire via, lasciando soldi, cellulari e oggetti di valore. E chi pensava di vivere un’avventura piccante si ritrovava letteralmente in mutande.

Rapine violente: picchiati una farmacista, estorsione a un tassista

Le indagini hanno ricostruito almeno quattro rapine aggravate, tutte caratterizzate da estrema violenza. In un caso, una delle vittime è stata immobilizzata e colpita con calci e pugni. In un altro episodio, il gruppo ha messo in scena un’estorsione ai danni di un tassista, rubando la sua auto per usarla in un successivo colpo. Ma non solo. Una delle aggressioni ha avuto come bersaglio la titolare di una farmacia di Casal Bruciato, presa a schiaffi durante un violento diverbio. Uno dei tre superava, per violenza, gli altri due. Fermava gli automobilisti per strada e si spacciava per poliziotto antidroga. Poi, fingendo controlli di routine, li rapinava dei portafogli e degli oggetti di valore, colpendoli al volto prima di fuggire. Adesso la “carriera” dei tre è stata interrotta dagli agenti e dai giudici. Per i primi due lo “stop” è già stato fissato. Per il terzo, invece, i tempi per sapere quale sarà il suo destino sono ancora lunghi.