Roma affida al privato l’area archeologica sotto piazza Navona: ma il bando pubblico non è ancora concluso

Roma, sullo sfondo lo stadio di Domiziano, il tesoro archeologico sotto piazza Navona, in primo Piano il sindaco Roberto Gualtieri, l'assessore alla Cultura Massimiliano Smeriglio e l'Amministartore di Zetema, Simone Silvi

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Roma, il Campidoglio ha deciso: la gestione dello Stadio di Domiziano, l’area archeologica sotterranea dal valore inestimabile che si estende proprio sotto piazza Navona, nel senso letterale del termine, è stata affidata in via temporanea alla società privata M. S.r.l..

Una decisione che arriva mentre è ancora in corso di svolgimento la procedura pubblica per individuare il gestore definitivo del sito. Un’assegnazione “a tempo”, quindi, in attesa del completamento del bando pubblico. La vicenda si inserisce in un contesto di forti tensioni amministrative e ricorsi legali che hanno accompagnato la nuova proposta di partenariato pubblico-privato per la valorizzazione dell’area lanciata mesi fa dal Campidoglio.

Roma, querelle per la gestione dell’area archeologica sotto piazza Navona

Tutto inizia il 21 novembre 2024, quando la Sovrintendenza Capitolina rigetta formalmente la proposta avanzata da M. per la gestione dello Stadio, affermando che l’Amministrazione era ancora in fase di definizione delle modalità di affidamento.

Nel frattempo, la gestione veniva temporaneamente assegnata alla municipalizzata Zètema Progetto Cultura S.r.l., la società pubblica capitolina al 100%, guidata dall’Amministratore Unico Simone Silvi. Considerato vicino all’Assessore alla Cultura della Giunta Gualtieri, Massimiliano Smeriglio, in quota AVS-Alleanza Verdi e Sinistra. Una scelta che ha innescato un ricorso al Tar da parte della società esclusa.

Il 19 dicembre 2024, il Tar del Lazio, con l’ordinanza cautelare n. 5847/2024, aveva bloccato la pubblicazione dell’avviso pubblico del campidoglio che proponeva il nuovo partenariato, complicando ulteriormente il quadro. Successivamente, con una nuova comunicazione del 13 gennaio 2025, la Sovrintendenza aveva confermato l’impossibilità di procedere al bando, citando l’ordinanza del tribunale.

La società M. ha presentato allora motivi aggiunti al suo primo ricorso, che si è concluso solo quest’oggi 10 giugno 2025, quando le parti – Comune di Roma e privato – hanno riconosciuto la cessazione della materia del contendere, grazie a un accordo raggiunto.

Roma: avanti con la procedura pubblica, ma intanto ‘cede’ al privato il sito

La svolta è arrivata – così si legge tra le carte – con la Determinazione Dirigenziale n. 466 del 30 aprile 2025: l’Amministrazione capitolina approva finalmente l’avviso pubblico per l’attivazione di una forma speciale di partenariato pubblico-privato. L’obiettivo è affidare le attività di gestione, manutenzione e valorizzazione del sito, restituendolo alla cittadinanza con nuove modalità di fruizione.

Nel frattempo, per evitare un “vuoto nella gestione”, affida ma solo “provvisoriamente” – così si legge in sentenza – la cura del sito alla stessa M. la società che aveva proposto originariamente il progetto di valorizzazione e che già ne curava l’accesso al pubblico in passato.

Fine della lite, ma il bando di Roma resta in sospeso

Il 10 giugno 2025, il Tar del Lazio dichiara la cessazione della materia del contendere: il conflitto legale tra Roma Capitale e M. può dirsi concluso. Le spese di lite sono state compensate, dato che la società continuerà a gestire il sito fino alla conclusione della procedura competitiva.

Ma il cuore della questione rimane irrisolto. Il bando pubblico, pur approvato, non è ancora stato completato: la procedura è in corso e non è dato sapere quando verrà selezionato un gestore definitivo. Nel frattempo, uno dei luoghi più affascinanti del sottosuolo romano rimane sotto la responsabilità temporanea di un privato, senza che ci sia una reale competizione pubblica alle spalle, tra privati o società equiparate di diritto privato, anche se pubbliche, come Zetema.

Un patrimonio antico di Roma immerso nelle incertezze moderne

Lo Stadio di Domiziano, primo esempio noto di stadio in muratura dell’antica Roma, rappresenta un tesoro archeologico strategico nel cuore del centro storico. Il sito è già da tempo aperto al pubblico, con un accesso privato e bigliettazione a pagamento. Ma la sua gestione ha sollevato critiche per la mancanza di trasparenza e il rischio di una privatizzazione mascherata del patrimonio culturale.

Ora, nonostante l’apparente tregua giudiziaria, restano forti interrogativi sulla tempistica della gara, sull’effettivo controllo pubblico del bene e sul ruolo futuro di Zètema, la partecipata comunale rimasta fuori dalla nuova fase di gestione.

Intanto, i cittadini attendono risposte. E soprattutto, un vero confronto pubblico su come valorizzaredavvero – uno dei gioielli della Roma sotterranea.

Massimiliano Smeriglio, assessore alla Cultura della Giunta Gualtieri, in quota AVS-Alleanza Verdi e Sinistra
Simone SIlvi, Amministratore Unico (senza CDA) di Zetema, la società 100% capitolina