Roma affonda nella monezza: Gualtieri dà la colpa all’eredità della Raggi

La Roma di Gualtieri affonda nei rifiuti come e peggio della Raggi. In alcuni Municipi la situazione è diventata emergenziale: “Esquilino, Prati-Delle Vittorie, Trionfale, Testaccio” dice la presidente del I Municipio Centro Storico Lorenza Bonaccorsi. “Cerquetta, Labaro, La Storta” aggiunge il presidente del XV Daniele Torquati. “Casal Bertone, la zona commerciale della Tiburtina” prosegue l’elenco Umberti. A Ostia la spazzatura ormai ha invaso anche le spiagge, con i bagnanti costretti a prendere il sole accanto alla “monnezza”.
Si aggiungono a Mauro Caliste e Francesco Laddaga, presidenti dei Municipi V e VII che ieri avevano lanciato un appello verso il Campidoglio: “La situazione non è più sostenibile e i cittadini sono esasperati”, per cui sì, resta il pieno sostegno al sindaco Roberto Gualtieri e all’assessora ai Rifiuti Sabrina Alfonsi, ma “vanno individuate al più presto soluzioni temporanee”. E si parla di presidenti tutti di centrosinistra; l’unico minisindaco di centrodestra, il FdI Nicola Franco del VI (le famose ‘Torri’), si è rivolto direttamente al prefetto.

Il sindaco Gualtieri ieri è tornato a spiegare il perché dell’affanno nella raccolta. Ci sono meno mezzi in strada, in primo luogo perché è stata messa mano al sistema delle manutenzioni dei camion “per efficientarle”, e questo al momento le rallenta; e poi “il Tar ha annullato una gara del 2019 per l’acquisto di nuovi mezzi”. Per questo si è detto pronto a utilizzare i poteri commissariali del Giubileo per comprare camion nuovi in tempi più rapidi. Intanto però deve affittarli: due sono già arrivati, se ne attendono altri 40. Una spiegazione che sembra soddisfare i minisindaci ma che accende la polemica a distanza tra il Pd e il M5s. Col primo che accusa l’ex giunta Raggi: “Il ritardo nell’acquisizione di nuovi mezzi per Ama è da imputare proprio a loro. Nel 2019 fu impostata la gara in modo così sciatto e approssimativo da renderla oggetto di una sequela di ricorsi e contenziosi. Fino all’intervento dal Tar”. “Noi Ama l’avevamo risanata – rispondono i pentastellati – con mezzi e strumenti nuovi” di cui però, in gran parte, “non sappiamo se sia stata completata la fornitura” mentre delle famose ‘macchine madri’ “si sono perse le tracce”. Il risultato è univoco: Roma affonda nella monezza.