Roma, agli arresti domiciliari, ma organizza un festino con ragazze e champagne: «Agenti, volete una fetta di torta?»

Altro che isolamento cautelare: per lui gli arresti domiciliari erano solo un dettaglio. In casa, a Roma in zona Balduina, aveva messo su un vero e proprio party abusivo, con musica da discoteca, bottiglie di champagne e almeno dieci invitati, tra cui ragazze straniere e perfino un coimputato coinvolto nella stessa inchiesta per sfruttamento della prostituzione. Quando gli agenti sono arrivati per un controllo a sorpresa, se lo sono trovati davanti con la torta in mano e un sorriso disarmante: «Volete una fetta anche voi?». Una battuta che gli è costata cara: ora è in carcere a Regina Coeli.
Domiciliari trasformati in pista da ballo
Il trentenne, già indagato per prostituzione internazionale e considerato parte di un’organizzazione che reclutava ragazze dall’Est Europa, aveva organizzato un “compleanno a porte aperte“, ignorando ogni restrizione. Tra i presenti, appunto, anche un coimputato, fatto che da solo viola le condizioni imposte dal giudice. Ma lui, sicuro che i controlli arrivassero solo nel pomeriggio, aveva deciso di godersi la libertà almeno per il resto della giornata.

“Volete una fetta di torta?”
Quando la volante è arrivata per il consueto sopralluogo, si è ritrovata nel mezzo di un festino con torta, musica ad alto volume e spumante a fiumi. E lui, colto proprio sul più bello, per cercare di sdrammatizzare, avrebbe detto ai poliziotti: “Volete una fetta di torta?”. Peccato che gli agenti non si siano fatti prendere dalla gola. Anzi, davanti a quella scena surreale, non hanno potuto che fare rapporto immediato. Il giudice di Sorveglianza, letta l’informativa, ha disposto l’inasprimento della misura cautelare: per l’uomo si sono spalancate le porte del carcere.
Lunga lista di precedenti
Non era la prima volta che il trentenne forzava i limiti imposti dalla giustizia. Qualche tempo fa aveva perfino chiesto il permesso di ospitare due ragazze ucraine appena maggiorenni e senza permesso di soggiorno, un dettaglio che ha ulteriormente aggravato la sua posizione, vista l’accusa principale di sfruttamento della prostituzione proprio con donne dell’Est.