Roma, al via tre nuove isole pedonali in tre famose piazze tra Garbatella e Ostiense: i cantieri pagati con il ‘solito’ mutuo da 1,5 milioni

Roma, sullo sfondo l'area tra Garbatella e Ostiense, foto Google Maps, in primo piano il sindaco Gualtieri e il mini sindaco Amedeo Ciaccheri

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Roma, la Giunta del Municipio Roma VIII, presieduta dal minisindaco Amedeo Ciaccheri, ha approvato il PFTE (Progetto di Fattibilità Tecnico-Economica) per la manutenzione straordinaria e la riqualificazione di tre snodi storici – ossia tre piazze – tra Garbatella e Ostiense: piazza Marco da Tomba, piazza Giovanni da Lucca e piazza Pecile. Parliamo della deliberazione n. 8, adottata nella seduta del 30 ottobre 2025, con la presenza del Presidente e di tutta la squadra degli assessori.

Il conto: 1,5 milioni accesi a mutuo

L’intervento vale complessivamente 1.500.000 euro, inseriti nel Bilancio 2024-2026 e finanziati tramite mutuo. Di questi, 95.000 euro (annualità 2024) coprono progettazione, direzione lavori e sicurezza; 1.405.000 euro (annualità 2025) sono destinati ai lavori veri e propri. La copertura è passata per la Cassa Depositi e Prestiti, come certificato dalla Ragioneria Generale nel luglio 2024. Tradotto: un indebitamento che ricadrà sui conti pubblici e quindi sui cittadini, per i prossimi 20 anni, mentre l’ente promette spazi più accessibili, verde incrementato e carreggiate ricalibrate.

Cosa verrà fatto, davvero

Il progetto indica un pacchetto di opere “di strada”: allargamento di marciapiedi, ripristino delle pavimentazioni e degli attraversamenti, nuove isole e “penisole” pedonali, pulizia di caditoie e griglie, rimozione delle ceppaie, rifacimento del manto con rimozione di binder e usura, nuova segnaletica orizzontale e verticale. In più, nuove alberature e aiuole per rendere i luoghi più vivibili nelle estati romane. Obiettivo dichiarato: sottrarre spazio alle soste selvagge e restituirlo ai pedoni, con benefici di sicurezza e qualità urbana.

Pubblica utilità: sicurezza prima di tutto

Se i numeri non bastano, parlano i bisogni, quindi partiamo da un dato di fatto: marciapiedi sconnessi, barriere architettoniche, attraversamenti poco visibili. Intervenire su queste tre piazze significa, sicuramente, ridurre incidenti e migliorare la fruibilità quotidiana per anziani, persone con disabilità, famiglie con passeggini, studenti. È qui che il progetto guadagna un senso: non “arredo urbano” cosmetico, ma infrastruttura di prossimità che incide su pedonalità, commercio di vicinato e qualità dell’aria grazie a più verde e meno sosta invasiva.

La politica del debito: Gualtieri e Ciaccheri alla prova

C’è però un tema che non può essere eluso, da nessuno: la città continua ad auto-costruirsi a debito. Il mutuo da 1,5 milioni del Municipio VIII si inserisce in un quadro più ampio, segnato da molti e recenti mutui di Roma, come quello da 58,1 milioni per la grande viabilità o da 117 milioni per il nuovo ponte tra Roma e Fiumicino, approvati dalla Giunta Gualtieri, tra l’altro senza che il sindaco fosse presente. L’indebitamento può essere uno strumento legittimo, ma richiede rigore, trasparenza e risultati misurabili. Qui, tra Garbatella e Ostiense, anche se il tenore economico necessario per le tre nuove isole è minore, la responsabilità politica è comunque doppia: del Sindaco Roberto Gualtieri per l’indirizzo generale e del minisindaco Amedeo Ciaccheri per l’attuazione sul territorio.

Appalti, anticorruzione e il fantasma degli asfalti facili

Il recente dibattito cittadino sugli appalti finanziati a debito impone un’ulteriore riflessione. Il mutuo da 1,5 milioni del Municipio VIII non è difatti un episodio isolato, come anzidetto: si colloca in una catena continua di finanziamenti a debito che negli ultimi anni ha assunto proporzioni strutturali. Dalla grande viabilità ai ponti, dalle piazze ai marciapiedi, fino agli asfalti dei lotti territorali, la Capitale ha scelto di finanziare la manutenzione ordinaria e straordinaria attraverso mutui ripetuti e crescenti. Anche le caditoie e la segnaletica viene risistemata a debito. Nonostante Roma resti commissariata sul debito fino al 2028, con il sindaco Gualtieri nella doppia veste di commissario per il debito.

La politica di Roma sempre più a debito, che non sembra guardare lontano

La scelta del debito come strumento di governo, di Gualtieri e alleati, nel breve periodo, consente di avviare cantieri e “mostrare” interventi visibili. Ma nel medio e lungo periodo aggrava una situazione contabile già segnata da un indebitamento storico superiore al mezzo miliardo di euro. Le rate di oggi sono le tasse e i tagli ai servizi di domani. E una città che mantiene scuole, strade e piazze soltanto grazie al ricorso permanente al credito è una città che rinvia il problema, invece di risolverlo.

Da Gualtieri fino ai municipi, il tema non è solo fare, ma smettere di farlo a debito e riportare la manutenzione nel campo della gestione ordinaria, sostenibile e trasparente. Roma non può continuare a vivere come una città costretta a impegnare il futuro per sistemare il presente. Il tempo di affrontare la questione è adesso.

Partecipazione: dagli atti agli occhi della strada

Oltre ai problemi della politica a debito, c’è poi una ulteriore riflessione. Le tre piazze non sono solo voci di bilancio: sono luoghi vissuti. Un percorso partecipativo snello – tavoli di quartiere, mappe online dei cantieri, sopralluoghi aperti – aiuterebbe a calibrare attraversamenti, stalli per biciclette, fermate bus e spazi di sosta breve per il commercio. Ascoltare chi passa ogni giorno in quelle piazze può evitare errori di disegno e aumentare l’accettabilità sociale dei lavori, riducendo conflitti e tempi morti. Nella speranza che questi cantieri non rappresentino il solito progetto calato dall’alto, con il solo obiettivo del taglio di nastro pre-elettorale, ma un percorso davvero condiviso con i residenti che questi loughi li vivranno, in prima persona.