Roma, alberi secchi dopo un mese: nessuno li ha annaffiati o previsto l’annaffiatura automatizzata

Roma, alberi secchi dopo un solo mese: nessuno li ha annaffiati o previsto l’annaffiatura automatizzata. È bastata un ‘pezzo’ di primavera per trasformare la neonata isola pedonale di Piazza della Repubblica in uno scenario di abbandono verde.
Gli alberelli piantati di recente, parte di un progetto di riqualificazione urbana terminato a fine aprile 2025, stanno morendo uno dopo l’altro, assetati sotto il sole romano. La causa? Non è stato previsto dal Campidoglio nessun impianto di irrigazione automatica, nessun giardiniere assegnato a piantarli per i prossimi mesi-anni. Il risultato? Solo terra secca e foglie che cadono, dopo poco più di trenta giorni, in pieno ce.nro, con le date clou del Giubileo 2025 ormai prossime.

Roma, la riqualificazione “verde” che dimentica l’acqua
La piazza è stata riconsegnata alla città con grande enfasi. Pedonalizzazione, arredi urbani rinnovati, nuove alberature, foto di rito di sindaco e assessori con fascia ‘sparate’ sulla stampa e social. Il progetto aveva l’ambizione di rendere più vivibile uno degli snodi centrali della Capitale. Ma qualcosa è andato storto.
Nessuno, né nel progetto né nella successiva gestione, ha previsto un sistema automatico di irrigazione. Le piante, giovani e ancora fragili, sono state lasciate al proprio destino. E senza manutenzione ordinaria, l’effetto “green” tanto sbandierato si è trasformato in un boomerang.
“Alcuni alberelli piantati in P.zza della Repubblica – scrive una signora sui social, con tanto di foto – restaurata e resa pedonabile. Purtroppo si sono dimenticati di innaffiarli. Alcuni sono morti, altri si stanno seccando inesorabilmente. E io pago!!
Il conto della disattenzione: soldi pubblici di Roma bruciati
L’intervento di riqualificazione, costato diverse centinaia di migliaia di euro, è stato finanziato con fondi pubblici. Ma il risultato è sotto gli occhi di tutti: alberi secchi, spazi verdi ridotti a macchie marroni, una manutenzione assente. A meno di due mesi dalla fine dei lavori – consegnati il 30 aprile 2025 – parte del patrimonio arboreo è già compromesso. E il costo della sostituzione non sarà trascurabile. Il problema non è solo estetico: è spreco di denaro pubblico, in un contesto di continue emergenze ambientali.
Nessuna cura, nessun controllo, nessuna responsabilità politica
A sorprendere non è solo l’assenza dell’impianto di irrigazione, ma anche la mancanza totale di una gestione del verde. In un centro storico dove ogni iniziativa viene normalmente sorvegliata da una fitta rete di controlli, nessuno sembra aver verificato se e come quegli alberi venissero seguiti. Nessun appalto per la cura continuativa, nessuna turnazione di personale del verde urbano. L’area è stata sistemata, abbellita, inaugurata… e poi dimenticata.
Roma città verde, ma solo sulla carta
L’episodio di Piazza della Repubblica non è isolato. In più punti della città, dai nuovi parchi alle aiuole stradali, gli interventi di piantumazione si scontrano con la realtà della manutenzione insufficiente. A Roma, il verde pubblico continua ad essere progettato come elemento decorativo, e non come sistema ecologico da mantenere vivo. La siccità crescente e le alte temperature richiedono programmazione, investimenti e personale. Altrimenti anche le buone intenzioni appassiscono.
Il paradosso della sostenibilità a progetto
Mentre le istituzioni parlano di “città sostenibile”, i fatti raccontano un’altra storia. I progetti si moltiplicano, spesso incentrati sul verde urbano come simbolo di rigenerazione. Ma alla prova dei fatti, mancano le basi: irrigazione, gestione, controlli.
Il caso degli alberi secchi a giugno 2025, piantati appena poche settimane prima, è emblematico. Un simbolo di come le parole non bastano. Serve coerenza. E qualcuno che si ricordi di portare anche l’acqua.

