Roma, ancora discariche abusive in via di Settebagni: sversamenti continui (FOTO)
 
                    Il fenomeno degli sversamenti illeciti a Roma, in aree di interesse ambientale, non accenna a diminuire. In via di Settebagni le discariche abusive sono ormai diventata una costante. Letti, divani, elettrodomestici e scarti dell’edilizia insistono infatti lungo il ciglio della strada. I residenti chiedono l’installazione delle fototrappole.
Sversamenti illeciti in via di Settebagni
Ci troviamo nel quadrante a Nord-Est della Capitale e più precisamente in via di Settebagni, nel III Municipio. La via, parallela al Grande Raccordo Anulare, collega Porta di Roma a Bel Poggio e Colle Salario. Qui il fenomeno degli sversamenti illeciti è ormai dilagante. La nostra Redazione si era già occupata in passato del fenomeno delle discariche abusive lungo la via. Inizialmente alcune furono rimosse. Ad oggi la situazione appare nettamente peggiorata con rifiuti abbandonati ovunque lungo il bordo della strada. Divani, letti, elettrodomestici, doghe, plastica e scarti edilizi hanno ormai formato una piccola montagna non appena si accede alla via da Porta di Roma. Poco distante, ancora rifiuti avvolti ormai nelle sterpaglie.
 
    
“Chiediamo le fototrappole”
La zona è purtroppo da anni, come accennato sopra, soggetta a questo tipo di fenomeno. La poca visibilità e il poco transito acuiscono questa pratica illecita. “Sono anni che transito su questa strada, mai vista pulita. Le discariche ci sono sempre state. Ogni tanto vengono a rimuovere il tutto ma poi, entro poche settimane, ignoti tornano a scaricare indisturbati“, racconta una donna che spesso attraversa questa strada immersa nella natura. La soluzione a tutto ciò ci sarebbe, ovvero l’installazione di fototrappole in grado di cogliere in flagranza questi crimini ambientali ormai sempre più frequenti. “Vorremo maggior attenzione da parte delle Istituzioni relativamente a questa criticità. Chiediamo quindi fortemente l’installazione delle fototrappole e di maggiori controlli”, conclude la donna.
