Roma, ancora un’aggressione omofoba: funzionario del Ministero e compagno picchiati al ristorante

Ancora un’aggressione omofoba a Roma. Sono bastati un bacio e un abbraccio per far scattare la follia. Vittima, questa volta, Andrea, funzionario del Ministero della Difesa, che racconta con voce ferma ma ancora scossa quanto successo nella serata del 13 settembre. Era con il compagno in un locale in via Giovanni Battista Paravia, in zona La Storta. Stavano ballando, si sono scambiati qualche bacio, un momento normale di intimità che ha scatenato l’odio di due uomini.
L’aggressione durante una festa
Andrea e il suo compagno stavano partecipando a un evento organizzato all’interno del locale, quando, mentre ballavano e si scambiavano alcune tranquille effusioni, alle loro spalle è arrivato un uomo. «Verso le 23.45 un uomo ci ha presi alle spalle e ci ha intimato di andarcene», ricorda Andrea. «Ho rifiutato di farmi intimidire e per questo ho ricevuto un pugno. Anche il mio compagno è stato colpito». Accanto all’aggressore, un secondo uomo che li ha minacciati, fermato solo dall’intervento di una donna che lo accompagnava. I Carabinieri sono arrivati poco dopo, identificando i responsabili. Ma c’è bisogno di ricostruire la vicenda, in quanto gli aggressori negherebbero l’accaduto.

Andrea si è quindi rivolto alla Gay Help Line, che li sta assistendo dal punto di vista psicologico e legale, cercando testimoni per ricostruire la vicenda. «Abbiamo già già sporto denuncia, ma invitiamo tutti coloro che hanno assistito a questa triste vicenda a inviare una segnalazione alla Gay Upline, anche in forma anonima: sarebbe di grande aiuto».
Due aggressioni nella stesa notte
L’aggressione è avvenuta nello stesso giorno in cui Alessandro Ansaldo, 25 anni, tornato da poco a Roma, dopo gli studi a Londra, è stato accerchiato e pestato da un gruppo di dieci ragazzi. Prima le prese in giro, gli insulti e il ventaglio strappato di mano, poi il pestaggio.
Calci, pugni al volto, colpi alle costole. Alessandro è rimasto a terra con un trauma cranio-facciale, la frattura del naso e diversi ematomi. Prognosi: almeno 20 giorni. «Chiedevo solo un po’ d’acqua – ha raccontato – invece i sanitari parlavano delle medicine che prendo quasi schernendomi». La differenza, questa volta, è che ci sono prove: i video della violenza girati dagli stessi aggressori e messi in circolazione come trofei. Un dettaglio che rende il tutto ancora più agghiacciante.
Aggressioni omofobe e la giusta scelta di non tacere
Due episodi in poche ore mostrano la stessa immagine: una Roma ancora ostile verso chi vive liberamente il proprio amore. Nonostante i proclami istituzionali, chi subisce un’aggressione omofoba resta spesso solo, affidato al coraggio dei centri di supporto e alle denunce delle vittime.
Intanto, Andrea e Alessandro hanno scelto di non tacere. Chiedono giustizia, ma soprattutto chiedono che la città si guardi allo specchio e riconosca quanto sia urgente cambiare.