Roma, appartamento disabitato diventa laboratorio per droga e deposito d’armi: arrestato 25enne dei castelli Romani

Polizia di. Stato in azione tra Roma e Castelli Romani

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Roma, appartamento disabitato diventa laboratorio per droga e deposito d’armi: arrestato 25enne dei castelli Romani. Un appartamento fatiscente al quinto piano di una palazzina in via dell’Archeologia, nel cuore di Tor Bella Monaca, nascondeva un vero e proprio laboratorio della droga e un arsenale da guerra. Tra pareti scrostate, ruggine e silenziosi nidi di rondini, un 25enne originario dei Castelli Romani aveva allestito una centrale operativa per la lavorazione e la distribuzione di stupefacenti, oltre a un nascondiglio pieno di armi da fuoco, alcune delle quali risultate rubate o clandestine.

L’operazione è scattata ieri sera, 5 giugno 2025, quando gli agenti della Squadra Mobile della VI Sezione “Contrasto crimine diffuso”, noti come i “Falchi”, hanno atteso il momento giusto per entrare in azione. Il giovane era da tempo sotto osservazione per la sua presenza costante nelle piazze di spaccio del quartiere.

Roma, la rete dello spaccio e il ruolo del 25enne, tra Roma e Castelli Romani

Da settimane, i poliziotti seguivano con attenzione i movimenti del ragazzo. Ogni giorno, si muoveva con regolarità dalla piazza antistante alla palazzina di via dell’Archeologia fino a salire all’ultimo piano, entrando e uscendo dall’appartamento disabitato in tempi brevi. Un modus operandi che non è passato inosservato agli occhi esperti degli investigatori, che hanno ricostruito con precisione il meccanismo delle consegne a mano, tipico delle nuove forme di spaccio “low profile”.

Il giovane, con precedenti specifici, agiva da solo e in silenzio, senza attirare troppo l’attenzione. Ma l’andirivieni e la discrepanza tra il suo stile di vita e l’apparente mancanza di occupazione hanno fatto scattare l’allarme. La polizia ha deciso di intervenire con un’azione rapida e precisa.

Il blitz: cocaina, hashish e armi da guerra. Quell’arsenale attivo tra Roma e Castelli

Nel tardo pomeriggio del 5 giugno, gli agenti hanno atteso che il 25enne entrasse nell’appartamento e lo hanno bloccato all’uscita. Nascosti nella giacca, hanno trovato 600 grammi di cocaina suddivisi in diverse buste pronte per la vendita, insieme a 300 euro in contanti, in banconote di piccolo taglio.

Ma la vera scoperta è avvenuta all’interno dell’appartamento. In una stanza, era allestita una sorta di cucina da campo per la preparazione quotidiana delle dosi: strumenti per il taglio e il confezionamento sottovuoto, bilancini di precisione e dieci panetti di hashish per un peso complessivo di circa un chilo.

Nella stanza adiacente, trasformata in bunker, gli investigatori hanno rinvenuto un arsenale: una pistola revolver calibro 357 magnum, due semiautomatiche Beretta calibro 6.35, una Glock 17, due fucili automatici con ottica di precisione e decine di cartucce compatibili.

Armi rubate e pistole clandestine spaventano Roma e Castelli Romani

Le indagini successive hanno accertato che alcune delle armi rinvenute erano oggetto di furto, mentre le due Beretta risultano totalmente fuori da ogni registro: non censite in banca dati, sono state classificate come armi clandestine. La provenienza delle altre armi è ancora oggetto di verifica da parte degli inquirenti, che sospettano l’esistenza di una rete più ampia.

Gli accertamenti proseguono per capire se il giovane fosse anche coinvolto in traffici più vasti legati al commercio illegale di armi, oltre che agli stupefacenti. Gli investigatori non escludono collegamenti con gruppi criminali operanti nei quadranti est della Capitale.

Arresto e accuse formali

Al termine dell’operazione, il 25enne è stato arrestato con l’accusa di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, nonché di detenzione illegale di armi da fuoco. La Procura di Roma, al termine degli interrogatori, ha ottenuto la convalida dell’arresto, con contestuale contestazione della normativa sulle droghe e della legge sulle armi.

Le indagini sono ancora in fase preliminare. L’indagato, secondo quanto stabilito dalla legge, è da considerarsi presunto innocente fino a sentenza definitiva. Ma il quadro tracciato dalle forze dell’ordine appare già solido e preoccupante, a conferma della crescente militarizzazione del narcotraffico anche a livello locale.