Roma, arrestato ‘professionista’ seriale del borseggio nelle metro: incastrato dalla videocamere
Roma, metropolitana Lepanto. È qui che si è chiusa la lunga partita tra la Polizia di Stato e uno dei più abili borseggiatori che da mesi seminava allarme tra turisti e pendolari della Capitale. Un uomo di 32 anni, di origini cubane, è stato arrestato dagli agenti del Commissariato di Castro Pretorio dopo settimane di indagini meticolose e un pedinamento discreto ma costante. A tradirlo, ancora una volta, è stato l’occhio infallibile delle videocamere di sorveglianza. Telecamere che, silenziose ma vigili, hanno registrato ogni suo movimento nelle viscere della metropolitana romana.
Roma, il colpo a Barberini e le immagini decisive
Tutto è iniziato lo scorso luglio, alla fermata “Barberini”. Le telecamere del sistema di videosorveglianza hanno immortalato l’uomo nel momento in cui, approfittando della calca, avrebbe spinto una passeggera per sottrarle il cellulare. Un gesto rapido, quasi impercettibile, frutto di una tecnica affinata nel tempo. Ma non abbastanza per sfuggire agli agenti che, dopo aver analizzato fotogramma per fotogramma, hanno ricostruito con precisione l’intera sequenza del borseggio. Le immagini, nitide e inequivocabili, hanno permesso agli investigatori di “cristallizzare” l’episodio e di risalire all’identità del sospettato, un volto già noto alle forze dell’ordine per precedenti analoghi.
Un lavoro investigativo capillare
Dietro l’arresto c’è un’indagine condotta con rigore e pazienza. Gli agenti del Commissariato Castro Pretorio hanno seguito una traccia fatta di spostamenti, abitudini e telecamere. Il trentaduenne, privo di residenza e con una spiccata capacità di mimetizzarsi tra la folla, aveva affinato strategie di elusione, cambiando spesso linea e orari. Ma il suo volto, riconosciuto dai sistemi di sorveglianza di più stazioni, ha progressivamente delineato un profilo chiaro: quello di un “professionista” del borseggio seriale, abile nel confondersi tra turisti distratti e pendolari indaffarati.
La cattura nella metropolitana Lepanto
Dopo settimane di monitoraggio, la trappola è scattata alla stazione “Lepanto”. Gli agenti, che già da giorni presidiavano le banchine in attesa di un suo ritorno, lo hanno notato muoversi con fare sospetto tra i passeggeri. Quando ha tentato di allontanarsi, intuendo di essere stato riconosciuto, è iniziato un breve inseguimento terminato con il suo arresto. Inutile ogni tentativo di fuga: l’uomo è stato bloccato e condotto in commissariato, dove è stato eseguito l’ordine di custodia cautelare emesso dal Giudice per le indagini preliminari su richiesta della Procura di Roma.
L’intervento della Procura e la misura cautelare
La misura della custodia in carcere rappresenta un segnale forte contro una piaga che da tempo affligge le principali linee della metropolitana romana. La Procura della Repubblica, sulla base dei gravi indizi raccolti, ha ritenuto necessario disporre il carcere per evitare nuove azioni criminose. L’uomo, considerato un soggetto privo di legami stabili e con alta probabilità di recidiva, è stato trasferito al carcere di Rebibbia, dove resta a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Un allarme costante per la sicurezza urbana
L’episodio riporta al centro dell’attenzione il tema della sicurezza nelle aree metropolitane, frequentate ogni giorno da migliaia di cittadini e turisti. La professionalità e la tempestività della Polizia di Stato confermano l’importanza del controllo tecnologico integrato — un sistema di telecamere, operatori e pattuglie coordinate — che oggi rappresenta una delle armi più efficaci contro la microcriminalità urbana. Gli agenti di Castro Pretorio, in sinergia con la sala operativa e il personale ATAC, hanno dimostrato come il lavoro di prevenzione possa trasformarsi in un’azione di tutela concreta per la collettività.
L’impegno costante delle forze dell’ordine
L’arresto del trentaduenne cubano è solo l’ultimo di una serie di interventi che hanno portato, negli ultimi mesi, a decine di denunce e fermi nelle stazioni centrali della metropolitana. Un risultato che premia l’impegno quotidiano di uomini e donne in divisa, impegnati nel garantire sicurezza in un contesto urbano sempre più complesso e affollato. La Polizia di Stato continua a invitare cittadini e turisti alla prudenza, ricordando che la collaborazione — anche solo una segnalazione — può spesso rivelarsi decisiva per fermare chi fa della delinquenza un mestiere.
Il principio di presunzione
Resta fermo che le evidenze raccolte appartengono alla fase delle indagini preliminari. L’uomo, sebbene gravemente indiziato, è da ritenersi non colpevole fino a un’eventuale condanna definitiva. Tuttavia, la vicenda, al di là degli aspetti giudiziari, mette in luce un punto cruciale. La lotta alla microcriminalità nei nodi nevralgici del trasporto pubblico non è solo un tema di ordine pubblico. Ma una questione di civiltà e tutela dei diritti dei cittadini.