Roma, arsenale scoperto nel carcere di Regina Coeli: sequestrate armi rudimentali e venti cellulari

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Una maxi perquisizione all’interno del carcere di Regina Coeli, nel cuore di Roma, ha portato alla luce un vero e proprio arsenale di armi rudimentali e venti telefoni cellulari. L’operazione è stata condotta dal personale di Polizia Penitenziaria nelle celle della III e VI sezione dell’istituto, con il supporto del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (SAPPE) che ha dato notizia del sequestro.

Un risultato importante, ma non privo di tensioni: secondo quanto riferito dal sindacato, alcuni detenuti avrebbero reagito con rabbia e violenza ai controlli, rendendo l’operazione ancora più complessa e rischiosa per gli agenti coinvolti.

“Manca personale, servono più strumenti di difesa”

A commentare l’episodio è stato Donato Capece, segretario generale del SAPPE, che ha espresso soddisfazione per l’intervento dei cosiddetti Baschi Azzurri, ma al tempo stesso ha rilanciato l’allarme sulle condizioni di lavoro nelle carceri italiane:

“Nonostante il piano ferie e la cronica carenza di organico, i nostri agenti continuano a garantire l’ordine e la sicurezza. La Polizia Penitenziaria svolge un ruolo insostituibile nel sistema sicurezza del Paese, ma è necessario un sostegno più concreto da parte delle istituzioni”.

Capece ha sottolineato come l’attuale governo e l’Amministrazione Penitenziaria abbiano mostrato una maggiore attenzione rispetto al passato, ma ha anche avvertito: “Non bastano le buone intenzioni, servono atti concreti, urgenti e coraggiosi”.

Il carcere come luogo di sicurezza e riscatto

Il leader del SAPPE ha poi ricordato la duplice natura dell’istituto penitenziario: “Il carcere è sì luogo di espiazione, ma anche di riscatto, e questo avviene anche grazie alla professionalità e all’impegno quotidiano della Polizia Penitenziaria. Il nostro motto Despondére spem munus nostrum – garantire e sostenere la speranza – deve essere sempre il faro del nostro lavoro”.

Un impegno che, secondo il sindacato, va riconosciuto e rafforzato con strumenti adeguati per la tutela degli agenti, soprattutto in contesti di crescente tensione come quello registrato a Regina Coeli.

Dotazioni non letali per gli agenti

Capece ha quindi rilanciato la proposta di dotare la Polizia Penitenziaria di armi non letali, già sperimentate in altri Paesi europei e in alcune città italiane: Flash ball, un fucile che spara proiettili di gomma, già in uso alla polizia francese; Bola wrap, dispositivo che lancia lacci in grado di bloccare le gambe dei soggetti violenti o riottosi. “Si tratta di strumenti di difesa che garantirebbero maggiore sicurezza al personale, senza ricorrere ad armi letali”, ha spiegato Capece, auspicando un intervento rapido delle istituzioni.

Emergenza sicurezza nelle carceri italiane

La scoperta non è altro che il segnale di un sistema che necessita interventi urgenti e strutturali. Il SAPPE invita dunque il governo e il Parlamento a non abbassare la guardia: “La sicurezza del Paese passa anche dalla sicurezza delle carceri, e la Polizia Penitenziaria deve essere messa nelle condizioni di svolgere al meglio il proprio compito”.