Roma, ascensori a posto… in cambio del posto: corruzione, falso e truffa nelle case popolari, 5 funzionari patteggiano

Hanno scelto di patteggiare i cinque dipendenti del Dipartimento Simu finiti nel mirino della magistratura per corruzione, falso e truffa nell’ambito dell’inchiesta sui falsi lavori di manutenzione degli ascensori delle case popolari di Roma. Un modo, forse, per provare a chiudere una delle pagine più amare della macchina amministrativa capitolina: quella in cui la burocrazia si intreccia con le mazzette, e la sicurezza dei cittadini finisce per essere l’ultima preoccupazione di chi avrebbe dovuto garantirla.
A finire sotto accusa cinque funzionari comunali, responsabili di diversi lotti di manutenzione degli impianti. Avrebbero firmato falsi verbali di intervento, dichiarando riparazioni mai fatte o lavori solo parzialmente eseguiti, in cambio di denaro contante, regali e assunzioni di parenti nelle ditte appaltatrici. E poi fatto ore di assenza, tante, a spese del Comune, timbrando il cartellino e poi andandosene.

Finti controlli, appalti d’oro e ascensori pericolosi
La procura ha ricostruito un sistema rodato, in cui venivano attestate manutenzioni fantasma negli ascensori Ater di interi quartieri popolari, da Casal Bruciato a Tor Bella Monaca, passando per San Basilio e Ostia. In un plesso scolastico di via Luigi Gastinelli a Ponte di Nona, ad esempio, si certificava la sostituzione dei motori, mai avvenuta. In un palazzo di via Agostino Mitelli, tra Torre Angela e Tor Bella Monaca, un intervento su una scheda elettronica veniva dichiarato anche se non serviva.
Quindi gli impianti restavano fermi o malfunzionanti, mentre nei documenti risultavano “a norma”. E il risultato erano anziani e famiglie bloccati per settimane in casa e un patrimonio pubblico messo a rischio per alimentare un giro di tangenti di decine di migliaia di euro. Dopo l’avvio delle indagini, nel 2022, i direttori dei lavori sono stati immediatamente rimossi e riassegnati ad altri incarichi, mentre le imprese coinvolte non hanno ottenuto nuovi appalti.
Assenteismo, auto di servizio per faccende private e favori familiari
L’inchiesta, coordinata dal pm Carlo Villani, ha rivelato anche una rete di assenteismo e abuso di mezzi pubblici. Secondo gli atti, i funzionari si dichiaravano in servizio mentre erano a casa, al supermercato o in visita ai parenti, accumulando decine di ore retribuite senza lavorare. C’è chi ha totalizzato oltre 160 ore di assenza, e chi ha usato l’auto del Comune come fosse personale: per accompagnare i figli, partecipare a funerali o fare commissioni private.
Nel dettaglio, uno dei funzionari, tra marzo e luglio del 2022, avrebbe totalizzato ben 136 ore di assenza, lasciando l’ufficio per andare… a casa. Altro che sopralluoghi esterni. Il tutto, ovviamente, segnando presenza, per non perdere lo stipendio. E non finisce qui. In almeno cinque occasioni avrebbe utilizzato l’autista in dotazione per motivi del tutto personali: portare la figlia al Policlinico, partecipare a un funerale, fare un salto a scuola. Tutto rigorosamente dentro l’orario di servizio.
Per non essere da meno, un suo collega avrebbe accumulato 111 ore di assenza. E avrebbe usato lo chauffeur 7 volte per scopi privati: dal pranzo dal suocero al passaggio alla moglie per ritirare l’auto. Ma il record delle assenze spetta al funzionario che avrebbe passato ben 163 ore retribuite… a casa.
I posti di lavoro in cambio delle certificazioni
E poi c’era chi, in cambio delle false attestazioni, avrebbe chiesto di sistemare i parenti. L’accusa che viene mossa a uno dei funzionari è quella di aver chiesto e ottenuto l’assunzione per la figlia, per il suo fidanzato e per il fidanzato dell’altra figlia in una ditta, in cambio della falsa attestazione di avvenuti controlli su una serie di ascensori nelle case popolari del X Municipio, in realtà mai effettuati.