Roma, ascensori “fantasma” nelle case popolari: tangenti per lavori mai svolti, sotto inchiesta funzionari del Comune e imprenditori

Famiglie, anziani e bambini che rischiano ogni giorno, perché un sistema di tangenti e documenti falsificati avrebbe lasciato centinaia di ascensori senza manutenzione nelle case popolari di Roma. Tutto mentre imprenditori senza scrupoli avrebbero intascato appalti pubblici milionari. La magistratura ha appena fatto scattare un’inchiesta finalizzata a smascherare tangenti, controlli falsi e un racket strutturato ai danni del Comune.
Ascensori senza manutenzione e documenti taroccati
L’indagine, coordinata dal procuratore aggiunto Giuseppe De Falco e dal pm Carlo Villani, rivelerebbe una pratica consolidata: appalti assegnati a imprese compiacenti, ma i tecnici non si presentavano mai. Eppure, i funzionari firmavano certificazioni di interventi mai svolti, per far incassare milioni di euro alle ditte coinvolte. Un meccanismo collaudato che ha funzionato per anni grazie alla complicità di cinque membri del municipio e del dipartimento infrastrutture, ora sotto inchiesta per corruzione, falso e truffa.

Centinaia di impianti a rischio
I controlli fittizi riguardano oltre cento ascensori, con casi clamorosi come tre impianti in via Madre Teresa di Napoli, nel VI Municipio di Roma Le Torri, tra via Fosso dell’Osa e via delle Cerquete: manutenzione mai realizzata, ma certificata. In un altro scenario allarmante, si registravano guasti inesistenti per giustificare acquisti fantasma di componenti costosi, pagati dal Comune e mai consegnati. Sempre nel VI municipio problemi anche agli ascensori di Largo Mengaroni e di via dell’Archeologia, in zona Tor Bella Monaca. Spostandosi un po’, ecco che gli inconvenienti si registravano anche a San Basilio, dove sarebbero state pagate tangenti per evitare controlli. Ma la stessa cosa succedeva anche in altre zone di Roma, così come a Ostia: tra gli indagati, infatti, risulta anche un tecnico del X Municipio.
Il Comune: “Massima attenzione e trasparenza”
La gara, suddivisa in quattro lotti, è stata indetta nel gennaio 2018, mediante adesione al bando Consip, e aggiudicata nel 2020. L’appalto aveva una durata complessiva di 31 mesi ed è giunto regolarmente a conclusione nel 2023. “Si tratta di una procedura avviata negli anni precedenti all’attuale Amministrazione – spiega l’Assessora ai Lavori Pubblici di Roma Capitale, Ornella Segnalini. “Le ditte non hanno altri contratti stipulati con l’Amministrazione”.
Nel 2022, a seguito dell’avvio di accertamenti da parte dell’autorità giudiziaria, Roma Capitale ha provveduto a sostituire immediatamente i Direttori dei Lavori dei quattro lotti e a riassegnarli ad altre funzioni prive di rapporti con appalti o imprese. Le imprese affidatarie non si sono successivamente aggiudicate altri appalti presso il Dipartimento Lavori Pubblici – Direzione Energia e Infrastrutture a Rete.
“Abbiamo agito con responsabilità e tempestività – prosegue Segnalini – adottando le misure consentite dalla normativa vigente. Ringraziamo la magistratura per l’azione di accertamento che sta conducendo – conclude l’Assessora – e ribadiamo il massimo impegno dell’Amministrazione a collaborare in modo pieno e trasparente come abbiamo sempre fatto. Roma Capitale è determinata a garantire correttezza, legalità e trasparenza in ogni fase della gestione dei contratti pubblici”.
Un sistema consolidato: tangenti in cambio dei mancati controlli
Secondo l’accusa, imprenditori del settore – tra cui una ditta spesso citata – avrebbero pagato in contanti i funzionari. In cambio, nulla veniva verificato e i certificati venivano firmati senza esitazioni, nemmeno per incarichi pubblici extra, come presenze fittizie al referendum della primavera 2022.
L’inchiesta avrebbe fotografato un sistema diffuso: impianti mai riparati, documenti falsi firmati da funzionari ed elenchi di appalti ciclici. Persino un intervento elettorale – l’assistenza sanitaria nei seggi referendari – sarebbe stato certificato ma mai realizzato. Un sistema che baratta sicurezza, trasparenza e danaro pubblico con tangenti. Ai danni di chi ogni giorno cerca di sopravvivere con uno stipendio o una pensione minima, in un alloggio che spesso cade a pezzi (basta vedere le “case cadenti” di Ostia, o quelle piene di muffa a Tor Bella Monaca). Ma questo è il “sistema”…