Roma, atto intimidatorio contro Marco Doria: “Hanno sparato due colpi”
Ancora un episodio intimidatorio contro Marco Doria, già sotto protezione per le denunce che da anni porta avanti contro la gestione del verde e delle ville storiche a Roma. A consegnare la denuncia alla stazione dei Carabinieri di via Cassia è stato lui stesso, ieri mattina alle 10:38. “La sera di lunedì ho esplodere sentito un colpo, presumo di un colpo di arma da fuoco”, racconta Doria. L’ex presidente dei Parchi e Ville Storiche di Roma Capitale, oggi direttore del Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Natura di Unisrita in quel momento stava chiudendo le imposte della camera da letto.
“Ho visto la sagoma di una persona – prosegue Doria – che contestualmente allungava il braccio e, spostandosi verso il mio lato sinistro, stringeva nella mano destra un’arma, esplodendo un secondo colpo”. Sul posto sono intervenuti i carabinieri, che hanno avviato le indagini. “Probabilmente questo è legato alle mie denunce sullo stato degli alberi da poco piantati e già secchi, ma ovviamente non ne posso avere certezza. E contestualmente alle mie denunce è scaturita un’interrogazione parlamentare”.
La scia di intimidazioni
L’episodio della sera del 27 ottobre non è il primo atto intimidatorio nei confronti di Marco Doria. Tra i diversi che si sono succeduti negli ultimi anni, ricordiamo quello del giugno 2021, quando un ordigno artigianale fu piazzato sulla sua auto parcheggiata in zona Prati. I carabinieri disinnescarono l’esplosivo, e la Prefettura rafforzò la sua protezione. Nel novembre dello stesso anno, ignoti lasciarono davanti alla sua villa una bara con su scritto il suo nome. A giugno 2024, il suo cane fu avvelenato, dopo che già nel 2020 aveva perso un altro animale domestico in circostanze simili. E nel giugno 2025, un’altra minaccia: un proiettile di grosso calibro rinvenuto nella sua cassetta delle lettere, indirizzato direttamente a “Doria”. “A gennaio inizierà il processo nei confronti di un uomo. Dopo indagini, è stato individuato per avermi perseguitato e ora è accusato di minacce aggravate”, spiega Doria.
Nei giorni scorsi Doria si era esposto riguardo la messa a dimora di migliaia di alberi nel contesto del PNRR (“riforestazione urbana”) e nelle ville storiche di Roma, seguita, spesso, da un rapido declino delle piantine che non attecchiscono, restano secche, abbandonate. “Ho presentato delle denunce su questo argomento e non intendo fermarmi. Intanto la Procura ha avviato verifiche sull’abbattimento seriale e sulla mancata trasparenza negli interventi sul verde pubblico, nelle ville e nei viali storici della Capitale. E Doria sostiene che dietro questi fatti ci siano logiche di appalto «al ribasso», affidamenti a ditte esterne senza controlli reali, e una perdita irreversibile di qualità ambientale e pubblica. “Si piantano alberi per le foto di rito, poi li si abbandona. Così la riforestazione diventa solo propaganda, non un investimento per il futuro”.
Piantumazioni come business
Doria non nasconde che il suo tema – verde, la tutela delle ville storiche, la trasparenza degli affidamenti – è diventato per qualcuno un ostacolo. “Le mie denunce non sono mai state viste come segnalazioni di criticità, ma come un’azione scomoda”, dice. “Chi comanda queste operazioni sa che dietro un parco trascurato c’è un business, un patrimonio che vale. E io lo sto mettendo in evidenza”.