Roma, autocarro sospetto a La Rustica: dietro uno svuota cantine si nascondeva un ricercato

Roma, Polizia Locale NAD

La scena è quella di un normale controllo sul territorio, uno dei tanti che il Nucleo Ambiente Decoro della Polizia Locale di Roma effettua per contrastare l’attività degli svuota cantine abusivi e il traffico illegale dei rifiuti. Ma a La Rustica, pochi giorni fa, una pattuglia del Nad si è trovata di fronte a una storia molto diversa dal solito: un autocarro colmo di materiali da smaltire, un conducente troppo nervoso, e una denuncia di furto che puzzava di bruciato più delle stesse discariche abusive.

Il nervosismo dello svuota cantine

Quando gli agenti si avvicinano al furgone, il conducente dice di essere un piccolo imprenditore: traslochi, sgomberi di cantine, interventi veloci: lo confermano anche le locandine trovate a bordo. Ma l’uomo evita lo sguardo, non ha documenti con sé e, al loro posto, consegna una denuncia di furto dai dati anagrafici pieni di discrepanze.

È il classico dettaglio che basta a far scattare l’antenna agli agenti del Nad. Da lì, l’accertamento si trasforma in un’indagine vera: rilievi foto-dattiloscopici, controlli antropometrici, verifiche incrociate. E il castello di carte crolla.

La vera identità dell’uomo non somiglia affatto a quella riportata sulla denuncia. Il documento viene sequestrato, mentre emerge il motivo per cui il 59enne — di nazionalità romena — fosse così agitato: su di lui pendeva un mandato di cattura emesso dalla Procura di Roma per l’esecuzione di una condanna a pena detentiva per reati contro il patrimonio.

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori del Nad, l’uomo aveva messo a punto un metodo collaudato per sfuggire ai controlli: false generalità, documenti “rubati” intestati a un altro, e la speranza che nessuno scavasse oltre la superficie. Un espediente usato più volte, e sempre con lo stesso obiettivo: sottrarsi all’arresto.

Stavolta, però, non ha funzionato.

L’arresto è scattato sul posto. I caschi bianchi hanno accompagnato il 59enne alla Casa Circondariale di Rebibbia, dove sconterà la pena a suo carico. A questo si aggiungono le nuove accuse: sostituzione di persona e attestazione di false generalità.