Roma, biblioteche in crisi nera: zero bilanci approvati nell’era Gualtieri, Smeriglio e Gotor. Rischio internalizzazione alle stelle

Il sistema delle Biblioteche di Roma sembra precipitato in un vicolo cieco. Dal 2022 a oggi, nell’intera era politica targata Gualtieri, non è stato approvato un solo e singolo bilancio dell’Istituzione Biblioteche e Centri Culturali capitolini. Un fatto senza precedenti, che getta un’ombra pesante sul futuro di una rete pubblica che dovrebbe rappresentare il cuore pulsante della vita culturale capitolina. Una situazione certificata dalla delibera della Giunta Gualtieri n. 349 con cui il Campidoglio ha approvato il bilancio consolidato 2024 delle società e degli Enti controllati.
Le biblioteche sono state escluse dalla giunta Gualtieri dall’analisi dei conti proprio per la mancata approvazione dei rendiconti degli ultimi tre esercizi: “L’Istituzione Sistema Biblioteche di Roma – si legge tra le carte approvate dalla giunta – viene esclusa dall’analisi per mancata approvazione dei bilanci degli ultimi tre esercizi (2022/2024)”. Assenti in Giunta, al momento del voto: il sindaco Gualtieri e gli assessori Smeriglio (Cultura), Onorato (Sport) sempre più assente in Campidoglio ma onnipresente in tv e sui giornali e Tobia Zevi (Patrimonio). Un segnale che alimenta i sospetti di una scelta poco condivisa e politicamente molto imbarazzante.

Un commissariamento senza fine delle biblioteche di Roma?
Eppure, a gennaio 2023 il sindaco Gualtieri aveva annunciato la rinascita del sistema, ponendo fine al commissariamento del Sistema Biblioteche di Roma e nominando, contestiualmente, un nuovo CdA guidato da Elisabetta Mondello, docente universitaria e collega non solo del primo cittadino Gualtieri, ma anche dell’ex assessore Gotor, poi auto-dimesso per lasciare la poltrona a Smeriglio (Alleanza verdi e Sinistra).
Ma le promesse del rilancio si sono evidentemente arenate. Oggi, dopo circa due anni e mezzo, la situazione non solo resta bloccata, ma peggiora. Non c’è stata approvazione di bilanci né sotto la gestione commissariale, né con l’amministrazione ordinaria. La tanto sbandierata discontinuità si è trasformata in immobilismo.

Il silenzio stampa e social delle istituzioni di Roma
A fine 2024, i sindacati avevano già lanciato l’allarme, denunciando il rischio di smantellamento del sistema attraverso l’internalizzazione del servizio. Un’operazione che potrebbe tradursi in tagli drastici di personale e nella riduzione delle strutture aperte al pubblico. Oggi, quello scenario sembra prendere corpo e non più per voce dei sindacati ma per ammissione implicita dello stesso Campidoglio. Eppure, sulla vicenda, cala un silenzio assordante: nessun commento ufficiale dall’amministrazione comunale, nessuna presa di posizione incisiva da parte di politici e sigle sindacali. Nessun commento social, nemmeno da parte di sindaco Gualtieri e assessore Smeriglio, di solito molto ‘social’. Sembrano eclissati anche gli assessori di solito onnipresenti sulla stampa Onorato e Zevi.

La spada di Damocle dell’internalizzazione di Biblioteche di Roma
Il timore più grande è, ora, quello che si nasconderebbe dietro l’apparente tecnicismo dei bilanci non approvati. L’internalizzazione del sistema bibliotecario significherebbe la chiusura dell’ente e il trasferimento delle competenze al Comune di Roma. Un meccanismo che, secondo i sindacati, aprirebbe la strada a una drastica riduzione di organico e a un ridimensionamento della rete, con conseguenze devastanti per l’accesso alla cultura dei cittadini romani. L’ipotesi circola con insistenza nei corridoi capitolini: “Fine 2026 o inizio 2027, subito dopo le elezioni comunali della primavera 2027”.
Una rete culturale, quella di Roma, a rischio ‘estinzione’?
Il paradosso è che tutto questo avviene mentre Roma si prepara ad aprire 21 cantieri di restyling delle biblioteche, finanziati con fondi europei del PNRR. Investimenti milionari che rischiano di trasformarsi in cattedrali nel deserto, se a lavori conclusi mancheranno le risorse per gestire personale e servizi. La contraddizione è lampante: da un lato si ristruttura, dall’altro si smantella.
Una crisi che pesa su Roma
Il sistema bibliotecario romano non è un dettaglio burocratico: è un presidio sociale e culturale insostituibile. Migliaia di cittadini, studenti e famiglie lo vivono ogni giorno come punto di riferimento. Vederlo affondare nel silenzio e nell’indifferenza istituzionale è un colpo durissimo per l’immagine della Capitale. La crisi delle biblioteche non riguarda solo bilanci e numeri: riguarda il futuro stesso della cultura pubblica a Roma. Speriamo che sindaco e assessori, presto, ci spieghino il reale stato della situazione e i rischi che corre l’intera rete delle biblioteche di Roma.
