Roma, blitz antidroga al Quarticciolo: 14 pusher in manette, sequestrati 3 kg di droga

Carabinieri in azione a Roma

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Roma, all’alba di oggi, il Quarticciolo si è svegliato sotto il rombo delle sirene e il passo deciso dei Carabinieri. Un’operazione lampo, chirurgica, preparata nei minimi dettagli dai militari della Compagnia Roma Casilina e della Stazione di Tor Tre Teste, con l’appoggio delle unità cinofile e delle API del Nucleo Radiomobile. Coordinati dalla Procura di Roma, Dipartimento “Criminalità diffusa e grave”, i Carabinieri hanno messo a segno un colpo durissimo contro il microspaccio che da anni infesta le vie del quartiere.
Il bilancio è pesante: 14 arresti, 3 denunce, e circa 3 chili di droga sequestrati. Un’azione che si inserisce nella strategia di “riconquista” dei quartieri fragili tracciata dal Prefetto Lamberto Giannini e condivisa dal Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica.

Il cuore nero dello spaccio

Il Quarticciolo, una delle aree più complesse della periferia est di Roma, è da tempo una delle roccaforti del piccolo spaccio. I pusher, spesso giovanissimi e senza fissa dimora, utilizzano i cortili condominiali come bazar a cielo aperto, le aiuole come nascondigli, i parchi giochi come piazze di smercio. Ed è proprio lì, tra altalene e scivoli, che i Carabinieri hanno trovato parte del bottino: panetti di hashish, dosi di cocaina e crack, pronti per essere distribuiti.
Un segnale inquietante del degrado radicato, ma anche della pericolosa normalità con cui la droga circola accanto alle famiglie e ai bambini che in quei luoghi vivono ogni giorno.

Gli arresti: dai tombini ai tappeti dei giochi

Il primo a finire in manette è stato un 51enne romano, colto in flagrante mentre tentava di disfarsi di alcune dosi di cocaina e crack. Addosso aveva solo 55 euro, ma quanto basta per dimostrare l’attività di spaccio in corso.
Poco dopo, i militari hanno bloccato un giovane tunisino di 19 anni, sorpreso a nascondere stupefacenti nel terreno. Nella buca, una riserva di morte bianca: 30 dosi di cocaina e 180 di crack.
In via Manfredonia, un altro tunisino, 29 anni, ha provato a liberarsi di un involucro alla vista delle divise: dentro c’erano 15 dosi di crack.
E in via Ostuni, la scena più simbolica: un pusher nascosto dietro un tappeto steso sul terreno di un parco giochi, da cui recuperava gli involucri per i clienti. Alla vista dei militari, ha tentato la fuga, ma è stato raggiunto e ammanettato.

Il blitz nei cortili del degrado

Il Quarticciolo si è trasformato in un dedalo di nascondigli. I Carabinieri hanno setacciato ogni angolo, dai tombini ai locali tecnici, dai garage ai giardini comuni. In una sola mattinata, hanno fermato altri sette uomini, cinque nordafricani e due italiani, trovati con 120 dosi tra cocaina, hashish e crack.
Tra gli arrestati, anche una donna italiana già ai domiciliari, sorpresa a passeggiare per le vie del quartiere senza alcuna autorizzazione. Una sfida aperta alle regole, segno della diffusa sensazione d’impunità che per troppo tempo ha caratterizzato l’area.
Nello stesso contesto, sono stati rintracciati e arrestati due uomini — un italiano e un marocchino — già colpiti da misure cautelari e destinatari di aggravamenti disposti dal Tribunale.

Controlli a tappeto e cittadini stanchi

Non solo spaccio. I Carabinieri hanno esteso i controlli alle strade circostanti, fermando decine di veicoli e pedoni. Tre persone sono state denunciate a piede libero: una per detenzione di stupefacenti, una per guida senza patente e una per porto di oggetti atti a offendere.
Durante l’operazione, due giovani sono stati trovati con piccole quantità di cocaina e crack per uso personale e sanzionati. È la punta di un iceberg che racconta una realtà sociale in bilico, dove la droga non è solo un affare criminale ma anche un problema di sopravvivenza, di abbandono, di marginalità.

La gratitudine degli onesti

In mezzo al caos, un’immagine diversa: un’anziana signora che si avvicina ai Carabinieri. Chiede aiuto per portare la spesa fino a casa. I militari la accompagnano, tra gli applausi dei residenti che, per una volta, sentono lo Stato presente.
Un gesto semplice, ma dal forte valore simbolico. In un quartiere spesso lasciato solo, la presenza delle divise non è solo repressione, ma anche rassicurazione, ritorno alla legalità, speranza di riscatto.
La comunità onesta del Quarticciolo, quella che lavora e resiste, ha accolto l’operazione come una liberazione.

La battaglia continua

Il blitz di oggi non chiude la partita. Il Quarticciolo resta un fronte caldo nella guerra silenziosa contro il narcotraffico di strada. Le indagini proseguono e, come sempre, vale la presunzione di innocenza per gli indagati fino a sentenza definitiva.
Ma il messaggio è chiaro: lo Stato non arretra. Quarticciolo, almeno per un giorno, ha respirato un’aria diversa — quella della legalità riconquistata, anche solo per qualche ora.

Carabinieri in azione a Roma - www.7colli.it
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