Roma, blitz antidroga “chirurgico”: 11 arresti e centinaia di dosi sequestrate al Quarticciolo
Roma, il Quarticciolo torna al centro della cronaca romana con un’operazione antidroga che – per numeri, mezzi impiegati e messaggio politico – pesa più di un semplice controllo. I Carabinieri hanno messo in campo Compagnia Roma Casilina, Stazione Roma Tor Tre Teste, “Cacciatori” eliportati, elicottero e unità cinofile: una risposta muscolare a un territorio che da anni viene raccontato come “frontiera” urbana, dove spaccio e marginalità si inseguono.
Nel comunicato ufficiale la cornice è netta: “QUARTICCIOLO – OPERAZIONE ANTIDROGA DEI CARABINIERI. SCOVATI I NASCONDIGLI DEI PUSHER”. E poi il dato che dà l’idea della scala: “arrestato 11 persone… Sequestrate 675 dosi di crack e cocaina, due panetti di hashish e circa 2.000 euro in contanti”.
La “linea sicurezza” e il retroscena istituzionale
Non è un dettaglio che il testo richiami esplicitamente la regia prefettizia. “I servizi rientrano nelle attività… seguendo le linee strategiche indicate dal Prefetto di Roma, dott. Lamberto Giannini” e condivise nel Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. L’operazione quindi diventa anche un segnale. Da una parte lo Stato che presidia, dall’altra la domanda che resta sul tavolo: repressione e sequestri bastano, se le piazze si rigenerano nei cortili e nelle siepi?
Via Ostuni e via Manfredonia: la rete “a dosi”
Il comunicato entra nel dettaglio come un verbale di guerra allo spaccio. “Un 29enne marocchino… in via Ostuni… 5 dosi di crack e 9 di cocaina… oltre a 300 euro”. Poco dopo: “Un tunisino… 148 dosi di crack”. E ancora: “Sempre in via Ostuni… un 30enne algerino e un minorenne romano… 13 dosi di crack, 40 dosi di cocaina e 710 euro”. In via Manfredonia: “un 40enne egiziano… 2 dosi di cocaina, 100 gr. di hashish e 100 euro”.
I nascondigli tra vegetazione e lotti: quando la piazza si mimetizza
Il cuore dell’operazione – e la frase più evocativa – è l’idea dei depositi “diffusi”: “notati occultare nella vegetazione… immediatamente recuperate dai militari”. Il testo parla di “207 dosi di crack e 109 dosi di cocaina”, di persone “senza fissa dimora”, di occultamenti “in un’aiuola e all’interno di un vano contatore”. E l’ultima fotografia è quasi cinematografica: droga “occultata in diversi nascondigli ricavati nelle siepi e… all’interno dei lotti condominiali”.
Epilogo (e punto politico)
La chiusura è secca: “Tutti gli arresti sono stati convalidati.” Ma la discussione, fuori dai comunicati, resta aperta: il Quarticciolo è solo una “piazza” da svuotare periodicamente o un nodo sociale da sciogliere con interventi strutturali? Ogni blitz alza il livello di attenzione, però la vera sfida per la politica romana è trasformare l’emergenza in strategia: sicurezza e risposte di quartiere, senza lasciare che il crack torni a riempire gli stessi nascondigli.