Roma blocca un nuovo capannone su area industriale: il Tribunale boccia il Campidoglio

Roma, sullo sfondo l'area industriale di Settecamini, foto Google Maps, in primo piano l'assessore alle Attività Produttive della Giunta Gualtieri Monica Lucarelli

Roma blocca un nuovo capannone su area industriale: Tribunale boccia il Campidoglio. Il Tribunale Amministrativo del Lazio ha annullato il “No” con cui Roma Capitale aveva negato un permesso di costruzione per un edificio industriale in zona Settecamini, accogliendo parzialmente il ricorso presentato dalla società I.I.T. I. I. T. S.r.l.

Il contenzioso si è aperto dopo il provvedimento del 22 giugno 2021, notificato il 12 luglio dello stesso anno, con cui il Comune aveva respinto la domanda edilizia presentata il 29 luglio 2019 per la costruzione di un nuovo capannone in via Leofreni 6/10. Alla base del diniego, la presunta necessità di un Programma Integrato (PRINT) per l’intervento richiesto. Secondo il comune di Roma, l’area sarebbe soggetta a vincoli urbanistici tali da richiedere uno specifico piano attuativo.

Quell’area di Roma è idonea per il Tar

Il Tar ha tuttavia smontato le motivazioni dell’Amministrazione. Secondo i giudici, l’intervento proposto ricade in un’area già classificata come “Tessuto prevalentemente per attività” e dunque, secondo le Norme Tecniche di Attuazione del PRG, rientra tra quelli ammissibili in via diretta.

Già nel 2022, con sentenza n. 15822, lo stesso Tribunale si era espresso su un progetto analogo riferito allo stesso immobile, sostenendo la non necessità di strumenti attuativi per costruire nella zona.

Il Collegio ha dunque ribadito la propria posizione: non vi sono vincoli, né mutamenti urbanistici sostanziali che giustifichino l’uso di un PRINT. Le previsioni del PRG vigente consentono esplicitamente l’edilizia diretta per nuove edificazioni in quella porzione della città da ristrutturare, senza ulteriori passaggi burocratici.

Roma, per i giudici il silenzio-assenso non si perfeziona

Nonostante la favorevole interpretazione urbanistica, il Tar ha respinto la richiesta della società di riconoscere la formazione del permesso per silenzio-assenso. La domanda era stata presentata nel luglio 2019, ma l’Amministrazione, pur tardivamente, aveva espresso un diniego motivato.

In sintesi, l’intervento risulta ammissibile, ma il permesso dovrà essere rilasciato con un nuovo atto esplicito. Il TAR ha quindi annullato il diniego, ma non ha concesso il via libera automatico richiesto dall’impresa.

Dragona: il Campidoglio apre, ma sotto stretta regia

Mentre a Settecamini la giustizia dà torto al Comune per un diniego ritenuto illegittimo, sul fronte opposto della città Roma Capitale mostra invece un atteggiamento proattivo verso lo sviluppo produttivo.

Il 6 giugno 2025, più di cinquanta imprese hanno partecipato a un incontro promosso dall’assessorato alle Attività Produttive per il rilancio del distretto industriale e artigianale di Dragona e Acilia, nel Municipio X. Sono stati messi a bando 11 lotti per un totale di oltre 37mila metri quadrati, da concedere in diritto di superficie per 99 anni. Il bando, approvato dall’Assemblea Capitolina nel luglio 2024, prevede scadenze certe e vincoli precisi per l’avvio delle attività produttive.

Sette lotti saranno destinati ad attività industriali, quattro a imprese artigiane. Alle aziende verrà inoltre concessa la possibilità di destinare una parte contenuta dell’area (fino al 10%) alla vendita diretta dei prodotti. Una misura vista come un tentativo di stimolare investimenti e creare occupazione, con il rilancio di un comprensorio produttivo strategico.

La partecipazione ampia all’incontro dimostra un interesse concreto da parte del mondo imprenditoriale, che chiede certezze normative e tempi celeri. Due elementi ancora troppo spesso assenti nella Roma amministrativa, come dimostrano vicende come quella di Settecamini. Due facce della stessa Capitale: una che promuove e una che frena.