Roma, bombe carta contro concessionario d’auto e negozio d’abbigliamento: indagini sul racket del pizzo a Centocelle
Roma, paura a Centocelle nella notte tra giovedì e venerdì, dove due bombe carta sono state fatte esplodere a distanza di meno di un’ora l’una dall’altra davanti alle vetrine di altrettanti negozi. I boati hanno svegliato molti residenti, ma per fortuna non si registrano feriti. I danni sono concentrati sulle strutture, con vetri in frantumi e serrande piegate. Resta però la paura, soprattutto tra i commercianti della zona, già alle prese con il calo dei consumi e ora costretti a convivere con il timore di essere finiti nel mirino di chi vuole imporre il pizzo o mandare messaggi intimidatori.
La dinamica: colpiti un concessionario e un negozio d’abbigliamento
Il primo ordigno è esploso alle 3.50 in via del Platani, davanti alla vetrina di una concessionaria d’auto. Il botto è stato così forte da richiamare subito l’attenzione dei residenti e l’intervento delle pattuglie del commissariato di zona. Sul posto sono arrivati anche gli uomini della Scientifica, che hanno confermato la natura dolosa dell’esplosione. Pochi minuti dopo, alle 4.35, un secondo boato ha squarciato il silenzio della notte in piazza dei Mirti, dove un’altra bomba carta ha danneggiato la vetrata di un negozio di abbigliamento, colpendo un altro esercizio commerciale nel cuore del quartiere.
La pista degli inquirenti: si indaga sul racket del pizzo
Al momento nessuna rivendicazione è arrivata alle forze dell’ordine, ma la coincidenza di luogo, modalità e orario porta gli investigatori a seguire con forza la pista delle intimidazioni legate al racket del pizzo. Il titolare del negozio d’abbigliamento ha riferito agli agenti di non aver mai ricevuto minacce esplicite né richieste di denaro. Un elemento che però non esclude l’ipotesi di un “avvertimento” preventivo, tipico delle organizzazioni criminali che provano a imporre la loro presenza sul territorio. Gli inquirenti stanno acquisendo le immagini delle telecamere di sicurezza e incrociando le segnalazioni arrivate nella notte al numero di emergenza 112 per risalire agli autori.
Un quartiere che conosce già le intimidazioni
Centocelle non è nuovo a episodi di questo tipo. Nel 2019 il quartiere era finito al centro delle cronache nazionali per gli attentati incendiari contro la libreria “Pecora Elettrica” in via delle Palme, andata distrutta due volte in pochi mesi. Anche allora si parlò di segnali lanciati a chi prova a tenere accesi i riflettori su legalità e partecipazione. Oggi, di fronte alle nuove esplosioni, molti abitanti richiamano proprio quella stagione di paura e chiedono una risposta forte dello Stato, temendo che qualcuno stia tentando di rialzare la testa e rimettere le mani sul territorio.
Cosa possono fare residenti e commercianti: l’importanza delle denunce
Gli investigatori insistono su un punto di pubblica utilità: per spezzare il meccanismo delle intimidazioni è fondamentale che eventuali vittime o testimoni parlino. Anche il dettaglio che sembra insignificante – una targa annotata, un rumore sospetto, la presenza di sconosciuti sotto casa – può rivelarsi decisivo. Chi subisce pressioni o richieste di denaro può rivolgersi alle forze dell’ordine e alle associazioni antiracket, che offrono assistenza legale e supporto nel percorso di denuncia. Segnalare subito episodi sospetti, chiamare il 112 in caso di esplosioni o boati anomali e mettere a disposizione immagini di impianti di videosorveglianza sono gesti concreti di collaborazione. È anche così che un quartiere può difendersi e impedire che la paura diventi normalità.