Roma, boomerang del Campidoglio sullo smart working: solo lontano da ferie e permessi e senza buoni pasto

Un pc e una scrivania di lavoro da casa

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C’era una volta (a fine 2024) la Giunta Gualtieri che sosteneva lo smart working: ora (inizio 2025) la stessa Giunta capitolina è in lite con la Cgil perché, a poche settimane dall’avvio del sistema del lavoro a distanza che serve a ridurre il traffico e l’inquinamento, lo vorrebbe limitare. Una recente circolare del Campidoglio stabilisce nuove regole per lo smart working dei dipendenti comunali, sollevando dubbi e perplessità sull’efficacia di tali disposizioni.

La circolare, datata 30 dicembre 2024, introduce restrizioni che limitano la possibilità di svolgere lavoro a distanza in concomitanza con periodi di ferie o congedo programmato. Secondo il documento, i dipendenti non potranno intervallare giornate di lavoro agile con ferie o congedi, a meno che non siano stati richiamati per specifiche esigenze di servizio.

Roma vara la stretta sullo smart working

La misura, come spiegano fonti dell’assessorato al Personale, punta a evitare un uso improprio dello smart working che potrebbe prolungare periodi di riposo. Tuttavia, tale decisione solleva interrogativi sulla flessibilità e sull’equilibrio tra vita lavorativa e personale, che rappresentano i principi cardine dello smart working.

Solo lontano da ferie e permessi

Nonostante le restrizioni, i dipendenti comunali avranno diritto a due giorni di lavoro agile a settimana (o otto al mese), estendibili fino a cinque in casi particolari. Questi includono necessità di smaltire arretrati, accelerare procedure amministrative o affrontare situazioni personali occasionali e temporanee. Per i dirigenti, invece, il limite scende a un giorno a settimana o quattro al mese.

Un altro aspetto controverso è l’esclusione del diritto al buono pasto nelle giornate di lavoro agile. La circolare motiva questa scelta con l’assenza di vincoli orari e la mancanza di rilevazione della presenza in servizio. Una decisione che appare in contrasto con le esigenze di chi opera da casa e potrebbe affrontare costi aggiuntivi.

Obiettivi chiari e monitoraggio costante

Per rendere efficace il lavoro a distanza, il Campidoglio prevede che le attività da svolgere in modalità agile siano definite in termini di risultati da raggiungere. Questo approccio mira a garantire trasparenza e controllo attraverso un monitoraggio continuo degli obiettivi stabiliti negli accordi individuali firmati dai dipendenti. Le attività tipiche includono la digitalizzazione di atti, la redazione di documenti e lo svolgimento di pratiche istruttorie.

Inoltre, la circolare stabilisce una fascia oraria di contattabilità minima tra le 10:30 e le 12:30 e tra le 14:30 e le 16:30, estendibile in caso di esigenze di servizio. Tuttavia, i dipendenti mantengono la discrezionalità sull’organizzazione del proprio lavoro nell’arco della giornata.

Richiami in presenza e flessibilità limitata

In presenza di esigenze sopravvenute, i dipendenti possono essere richiamati in sede, con la possibilità di recuperare la giornata di lavoro agile entro la stessa settimana. Tuttavia, questa flessibilità non si applica se il giorno perso è un venerdì, una regola che potrebbe creare ulteriori difficoltà organizzative.

Queste disposizioni seguono il regolamento pubblicato dal Campidoglio a dicembre, che proroga per tutto il 2025 quanto già introdotto in via sperimentale nell’autunno scorso. L’obiettivo è garantire un uso controllato e responsabile dello smart working, ma le limitazioni rischiano di penalizzare l’efficacia di questa modalità lavorativa, nata per conciliare esigenze personali e professionali.