Roma, botte, insulti e morsi al figlio 13enne. Lui: “Voglio morire”

Altro che la “mamma migliore del mondo”. Aveva reso la vita di suo figlio un inferno, fatto di calci, pugni, schiaffi, insulti e persino morsi, oltre a notti piene di terrore, al punto che lui, un ragazzino di 13 anni, avrebbe preferito togliersi la vita piuttosto che continuare a stare con sua madre. È una vicenda terribile, quella che vede protagonista una donna romena di 46 anni, che nei giorni scorsi è stata condannata dal Tribunale di Roma a 2 anni di carcere per maltrattamenti nei confronti del figlio.
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Una vita di violenze dietro le mura domestiche
Secondo quanto emerso in aula, come racconta Il Messaggero, i maltrattamenti risalgono ai primi mesi del 2019. Il 13enne veniva regolarmente aggredito dalla madre, spesso in preda ai fumi dell’alcol. La donna, secondo quanto riportato dall’accusa, sarebbe arrivata a bere fino a un litro e mezzo di vino al giorno. Le serate a casa erano veri e propri incubi per il ragazzino: botte, umiliazioni davanti al fratellino e persino morsi al braccio. La madre lo chiudeva in camera per ore, con qualsiasi pretesto, rendendo la convivenza “penosa e umiliante”, come recita il capo d’imputazione.
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La fuga dal nonno e la denuncia
Stremato, il tredicenne aveva raccolto poche cose e si era rifugiato dal nonno paterno, che non ha esitato a denunciare la nuora. È stato lui a raccontare ai giudici l’incubo vissuto dal nipote, testimonianza ritenuta credibile dal Pubblico Ministero che ha ricordato come, per l’ansia, il ragazzo arrivasse persino a vomitare durante la notte. Fondamentale è stato poi il fatto che il 13enne avesse confidato a un compagno di scuola cosa gli passava per la testa. “Voglio farla finita”, gli aveva detto in uno dei momenti di maggiore disperazione.
I tentativi di difesa
Nonostante la condanna, la difesa della donna – affidata all’avvocato Gabriele Romanello – ha tentato di smontare l’impianto accusatorio, sostenendo che il nonno fosse prevenuto e chiedendosi perché l’altro figlio e i servizi sociali non avessero mai segnalato nulla. «Attenderemo le motivazioni e presenteremo appello», ha annunciato il legale al termine dell’udienza.