Roma, bufera social su Patané per il ‘black point’ sulla Colombo: “Altro che sicurezza, così ci bloccherete per ore”
Nuova miccia accesa per la Giunta Gualtieri. Dopo le polemiche esplose per il caos del Black Point di via Nomentana–San Basilio, ora tocca a via Cristoforo Colombo. Il 6 novembre, la Giunta di Roma Capitale ha approvato il progetto per la messa in sicurezza dell’incrocio tra via Cristoforo Colombo e piazzale XXV Marzo 1957. L’annuncio arriva, come di consueto, dai social dell’assessore alla Mobilità Sostenibile e Trasporti, Eugenio Patané. Ma il suo post, invece di generare consenso, si trasforma in un boomerang politico: su 137 commenti, la maggior parte dei cittadini è contraria. E la protesta monta.
Il post di Patané e il malcontento diffuso
Scrive l’assessore: “Un incrocio ad alto rischio: basti pensare che nell’ultimo decennio si sono verificati in media quasi 15 incidenti per anno, con 2 mortali, con un numero medio di feriti pari a quasi il 60% dei sinistri e un costo sociale medio annuo nell’ordine di 850.000 euro. L’intervento, che sarà realizzato da Roma Mobilità, consisterà in particolare nel restringimento dell’area di intersezione, per migliorare i livelli di sicurezza complessivi e ridurre la velocità. Si procederà inoltre alla costruzione di nuove aiuole.
Prosegue dunque il nostro lavoro per migliorare la sicurezza sulle nostre strade con l’obiettivo di diminuire sia il numero di incidenti che la loro gravità. Stiamo andando avanti con interventi su più fronti, a cominciare dalle zone più a rischio proprio come via Cristoforo Colombo dove andremo a mettere in sicurezza un altro incrocio particolarmente pericoloso, dopo i quattro interventi già realizzati sulla stessa strada nei mesi scorsi. Colombo che, oltre ai black point, sarà oggetto anche di altri interventi con la prossima installazione di autovelox e vistared”.
Ma le reazioni sono tutt’altro che incoraggianti. “Auguri, sulla Nomentana è stato un fallimento, un vero incubo…”, ironizza Laura. “Invece sulla Colombo sono rose e fiori ma Eugenio Patané continua imperterrito ad adottare soluzioni inutili e costose”, aggiunge Sandro. Paola invece non nasconde la preoccupazione: “Non è bastato restringere le strade con le ciclabili… ora metteranno mano all’incrocio così, invece di smaltire il traffico velocemente, passeremo intere giornate per aspettare il turno per passare”.
Tra richieste di trasparenza e accuse di incompetenza
E c’è chi chiede più chiarezza, come Simonetta. “Dove è possibile visionare il progetto? Già avete creato danni alla viabilità in tutto il quadrante, mi piacerebbe molto vedere cosa avete approvato”. Per Clelia, invece, il piano è una follia. “Restringere uno degli incroci più trafficati di Roma che è una arteria fondamentale per chi viene da fuori, è pura follia. Chi viene da Ostia, Pomezia, Acilia, Ardea e via dicendo si riversa su quell’incrocio. Ci sono sicuramente altre modalità per mettere in sicurezza quel tratto che non creare più imbuto e più traffico di quello che già si crea nelle ore di punta. Ripensateci!”. E Luca, più diretto, non fa sconti. “Invece di fare educazione stradale seria, sin dalla più tenera età, si mangiano soldi pubblici sulla base di dati poveri, con numeri davvero risibili. Restringere una strada del genere è da incompetenti”.
La replica di Patané e la controffensiva dei cittadini
Travolto dalle critiche, Patané prova a difendersi: i quattro black point già realizzati sulla Colombo, dice, “hanno dato ottimi risultati”. Ma la replica non convince. “Nonostante i tuoi inutili sforzi, continuano gli incidenti nei due black point realizzati a Casalpalocco, oltre a non aver affatto risolto il traffico da e per i quartieri Palocco e Infernetto. Forse le dimissioni sarebbero un atto dovuto”, risponde un utente.
E alla fine il tema si sposta sul vero problema di Roma: la mancanza di trasporti pubblici efficienti.
“Nelle grandi città europee c’è una rete di trasporto pubblico capillare. A Roma invece no. Io sono il primo che vorrebbe smettere di usare la macchina, ma con la metro ci metto 45 minuti per fare 10 km. Con la moto, 20”, commenta Paolo, riassumendo il pensiero di molti. I commenti continuano su questo filone, facendo intendere che il progetto proprio non piace. E che, ancora una volta, i cittadini vorrebbero più partecipazione e non decisioni calate dall’alto.
Insomma, anche stavolta la “mobilità sostenibile” di Patané si scontra con la realtà di una città bloccata. E mentre gli incidenti aumentano e il traffico paralizza Roma, l’assessore pensa alle ai progetti non condivisi con i cittadini e il sindaco Gualtieri ripete che da quando c’è lui la qualità della vita a Roma è migliorata. Per non parlare della ministra Santanché, che pubblica post con famiglie inglesi che si trasferiscono qui per “avere una vita migliore”. Peccato che, dopo meno di sei mesi, scappino a gambe levate…