Roma, buttafuori ferito all’Eur: chiusa la discoteca, 180 lavoratori senza lavoro dopo gli spari. “Così si criminalizza la notte”

Chiuso il Fiesta all'Eur

La chiusura, stavolta non per pochi giorni, ma definitiva, vista la revoca della licenza, del Fiesta, la discoteca punto di riferimento dei giovani non solo dell’Eur, ma di tutta Roma sud, ha suscitato non poche polemiche. E non solo tra i frequentatori, che non potranno più varcarne i cancelli. Il provvedimento, infatti, lascia a casa circa 180 lavoratori, che si trovano all’improvviso senza lavoro. E i titolari, così come avevano sostenuto la volta precedente, quando era sopraggiunto un provvedimento di chiusura per 10 giorni per una lite con accoltellamento avvenuta fuori dal locale, si dichiarano estranei a quanto avvenuto. Anzi, sostengono di aver sempre fatto di tutto per collaborare con le forze dell’ordine, assumendo sia un nutrito numero di addetti alla sicurezza, sia un servizio di ambulanza per soccorrere in caso di malori.

Servizio messo a disposizione anche quando poco più di un mese fa, nella rissa, era stata ferita una persona. “Molto fuori dal locale, quando la discoteca era ormai chiusa”, aveva spiegato all’epoca il titolare. Ma ora dalle coltellate si è passati agli spari e, anche se a essere ferito è proprio un dipendente del locale, “colpevole” di aver voluto cacciare un cliente molesto, ecco decisione drastica: revoca della licenza.

“Fiesta chiusa per colpa di chi spara, non di chi lavora”: l’allarme del Silb

«Dobbiamo purtroppo constatare che questa mattina è stata notificata la revoca definitiva della licenza al Fiesta. Ed è solo l’ennesimo atto di una gestione amministrativa che sembra sempre più fuori controllo», denuncia Antonio Flamini, presidente del Silb-Fipe Roma e Lazio. Flamini non usa mezzi termini: «Si continua a scaricare la responsabilità sui locali notturni ogni volta che succede un episodio di criminalità in città. Ma i locali non sono i colpevoli. Sono le prime vittime, insieme ai loro lavoratori. E oggi parliamo di 180 persone che si trovano senza lavoro da un giorno all’altro, proprio all’inizio della stagione estiva, da cui dipende la sopravvivenza economica di tante famiglie».

Flamini torna su un tema che il settore chiede da tempo: «Abbiamo chiesto più volte un confronto prima di arrivare a provvedimenti così pesanti. Serve un tavolo permanente con le istituzioni, per affrontare queste situazioni con lucidità e prevenzione. Ma finora nessuno ci ha ascoltato. La linea sembra una sola: chiudere, punire, cancellare. Ma dove vogliamo arrivare? Chiuderemo tutta Roma, tra un po’?».

Il presidente Silb conclude con un invito al buon senso: «Qualcuno dovrà prendersi la responsabilità di queste decisioni. Perché criminalizzare la movida non risolve nulla. Serve dialogo, strategia e rispetto per chi lavora onestamente ogni notte».

“Non possiamo militarizzare le discoteche”: la denuncia di Sabbatani Schiuma

Sulla stessa lunghezza d’onda è anche Fabio Sabbatani Schiuma, già consigliere comunale e ora a capo del Dipartimento “La Città della Notte” di Fratelli d’Italia.

«Qui non si combatte il degrado urbano, ma si porta avanti una guerra ideologica contro le discoteche. Si continua a ignorare il bisogno di un Piano Regolatore della Notte, si lasciano i lavoratori e i gestori in balìa di eventi che sfuggono al loro controllo, e si riduce tutto a una questione di ordine pubblico. Ma la movida è un fenomeno culturale, sociale ed economico: va gestito, non represso».

“I gestori non possono gestire l’ordine pubblico”

Schiusa punta il dito su quanto accaduto fuori dal Fiesta: «Poco più di un mese fa c’è stata un’altra rissa che è iniziata dentro e poi è finita nel parcheggio. In quel caso c’è stato anche un accoltellamento, ma a 150 metri dal locale. Ma come si può pretendere che i gestori dei locali debbano controllare ciò che succede fuori, per strada? Non spetta a loro».

Poi qualche giorno fa l’episodio più grave: «Un cliente molesto viene accompagnato fuori da un buttafuori. Lui si allontana, torna armato e spara. Si scopre che è un narcotrafficante. Ma la colpa sarebbe del Fiesta?». A onor del vero, negli ultimi due mesi risultano anche altre segnalazioni, perlopiù sempre fuori dal locale. A maggio, il 22, sono state segnalate una rissa e una lite. Il 25 le chiamate al 112 erano per il furto di un telefono cellulare e una seconda segnalazione per rissa. Il 29 maggio sempre per rissa, con ferito trasportato al San Camillo. Il 7 giugno per aggressione. Il 22 giugno per furto. Il 27 giugno per lite e furto d’auto. Il 6 luglio per un incidente d’auto avvenuto fuori dal locale, a seguito del quale era scaturita una violenta rissa.E infine il 10 luglio, per un’altra rissa sempre fuori dal locale.

Schiusa però rilancia una riflessione sull’articolo 100 del Tulps, che consente la chiusura per motivi di ordine pubblico: «È uno strumento da rivedere. Non si può chiudere una discoteca da 4.000 persone solo perché tra la folla c’è chi ha precedenti. È fisiologico in una grande città. Ma non possiamo chiedere ai locali di fare da polizia. Se si va avanti così, si finirà col militarizzare ogni pista da ballo».