Roma ‘caccia’ l’azienda sotto inchiesta per l’asfalto ammalorato (anche di Guidonia) dall’appalto sulle aiuole

Il Comune di Roma ha escluso dall’appalto per la riqualificazione delle aiuole all’interno dell’anello ferroviario — un intervento da oltre 5 milioni di euro, tra l’altro ottenuti con un mutuo trentennale — il Consorzio che si era aggiudicato la gara con il punteggio più alto. La decisione è arrivata in seguito alla valutazione di un ribasso considerato anomalo, ossia con troppo ribasso, come evidenziato dalle più recenti disposizioni dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac). L’incarico è stato assegnato alla seconda classificata.
Il Consorzio sotto inchiesta della Procura di Roma escluso dalle aiuole
Il Consorzio escluso — sebbene ancora formalmente operativo a Roma e provincia — è da mesi sotto la lente della Procura capitolina nell’ambito di un’indagine che ha fatto molto discutere. Al centro dell’inchiesta ci sarebbe un ‘sistema‘ di assegnazione pilotata di appalti pubblici capitolini, per un valore stimato di circa 100 milioni di euro. Soldi destinati in particolare a lavori stradali poi risultati difettosi o irregolari. Le strade riasfaltate di Roma presentavano infatti uno spessore inferiore al previsto ed erano realizzate con materiali diluiti con l’acqua, rendendo l’asfalto di qualità pessima e, soprattutto, poco durevole.

Roma e quel legame con la Ryder Cup 2023 di Guidonia, con la Pineta di Ostia e il parco di Villa Ada
Le ombre non si fermano a Roma. Nello stesso filone investigativo della Procura di Roma rientra anche un appalto da 5 milioni di Astral — la società pubblica regionale — in occasione della Ryder Cup 2023 di Golf, ospitata a Guidonia. L’evento, di portata internazionale, avrebbe dovuto rappresentare un modello di efficienza e visibilità, ma è ora associato a una delle indagini più gravi in materia di lavori pubblici nel Lazio. Nonostante le accuse, ancora certo tutte da accertare, il Consorzio al centro del caso era riuscito, fino a poche settimane fa, a ottenere nuovi incarichi, riciclandosi nel ‘settore verde‘. Ottenendo sia la riqualificazione della Pineta di Ostia che quella del parco di Villa Ada. Segno di una ‘strana‘ continuità amministrativa che non aveva ancora preso pienamente in considerazione, forse, le criticità emerse. Criticità da noi riportate in due recenti inchieste.
Una sfida per la trasparenza per Roma, ma non solo
Se da un lato le regole dell’Anac hanno prodotto un risultato tangibile con l’esclusione del Consorzio, dall’altro si evidenzia quanto ancora resti da fare sul piano della prevenzione in materia di anticorruzione, per la Capitale. L’episodio di esclusione di questo Consorzio, difatti, ha avuto luogo per effetto di una proposta contenente un eccessivo ribasso. Ma non per la segnalazione preventiva dell’Anac sul Consorzio stesso, che pure esisteva, fino a poche settimane fa. Una segnalazione preventiva per ragione di Giustizia che è stata sospesa in autotutela per motivi ignoti dall’Anac stessa, di recente, come da noi ricostruito di recente in un articolo.
Tutto ciò, in buona sostanza, dimostra come a Roma Capitale sia necessario un controllo più incisivo già in fase di gara, oltre ad una maggiore trasparenza nei meccanismi di aggiudicazione, per tutti i settori della cantieristica pubblica. La Capitale, attraverso questa operazione, prova – forse – a ristabilire credibilità e rigore nella gestione del proprio patrimonio verde. Ma il percorso verso un sistema appaltistico pienamente affidabile e trasparente è tutt’altro che concluso. Anzi, forse è solo all’inizio di un percorso che si preannuncia tutto in salita e pieno di ostacoli.

