Roma, cade dal terrazzo durante una lite per un debito di 60mila euro: morto 48enne, indagato 59enne

ambulanza

Una lite, poi la caduta da un terrazzo. E la morte di Adriano Gneo, 48 anni, avvenuta la sera del 2 luglio in via Pietro Cardella, quartiere Grotte Celoni, a Roma. E proprio su questo decesso che adesso gli inquirenti vogliono vedere chiaro. Per capire se si è trattato di un incidente. O di un omicidio.

Le urla, i passi concitati sul pianerottolo condominiale. In pochi attimi, un volo di molti metri e la caduta, che ha stroncato la vita di Adriano. Poi l’arrivo dei soccorsi, inutili. E delle forze dell’ordine, che ora dovranno chiarire cosa è successo veramente.

Le indagini. “Si è buttato volontariamente”

Secondo la procura di Roma, coordinata dalla pm Claudia Alberti, il 59enne P. R. è indagato per omicidio volontario. Il collante della tragedia sarebbe un debito di 60mila euro reclamato dal presunto aggressore. Alla fine del 2024 il deceduto, secondo il racconto di P.R., avrebbe smesso di pagare il debito. Era lui a bussare a casa dei genitori di Adriano poco prima della tragedia. Ufficialmente per chiedere spiegazioni sui bonifici “autorizzati” dal loro figlio, che invece risultano sospesi o bloccati. Un racconto poco convincente agli occhi degli investigatori.

L’uomo ha poi raccontato ai poliziotti che, durante la lite, Adriano si sarebbe buttato volontariamente dal terrazzo. Un racconto che, ovviamente, andrà verificato con le perizie e con i risultati dell’autopsia.

Dagli accertamenti emerge un quadro inquietante: P. R. avrebbe precedenti per droga e armi. A casa sua gli agenti hanno trovato pc e carte di pagamento, elementi ora sotto esame. Tra le novità inquietanti, il medico legale ha evidenziato un piccolo foro su un gluteo di Adriano: compatibile con un proiettile di soft air. Un dettaglio che richiama un altro caso, quello del dj pugliese Francesco Vitale, conosciuto come Ciccio Barbuto, ucciso nel 2017 alla Magliana durante una lite per denaro. E sempre alla Magliana, nel settembre del 2024, un altro uomo, un 38enne argentino, arrivato da pochi giorni nella Capitale, era stato trovato riverso a terra ormai senza vita, con il braccio girato dietro la testa, dopo essere precipitato dal quarto piano.

Le ricostruzioni proseguono su due fronti: la dinamica dell’inseguimento fino al terrazzo e la ferita, possibile traccia di violenza aggiuntiva. Le perizie stabiliranno se quel foro fosse accidentale o volontario, e quale ruolo abbia avuto nella caduta.

Cos’è successo veramente?

Il dibattito resta aperto. Se P. R. parla di un “raggiro” nei suoi confronti, gli investigatori restano cauti: l’arma, diciamo, rimane sempre “presunta”. Ma l’ipotesi di omicidio resta viva: non sembra un incidente isolato, quanto piuttosto l’epilogo estremo di una lite sfuggita al controllo. Le testimonianze dei vicini e il sopralluogo sono tasselli che aiutano a ricostruire la verità, ma ancora ci sono molti punti oscuri.

Mentre si attendono gli esiti delle perizie balistiche e delle intercettazioni sui bonifici, l’inchiesta prosegue. P. R.è al momento l’unico indagato, a piede libero, ma con l’ombra pesante di un’accusa che potrebbe chiudersi con un processo per omicidio volontario.