Roma, calci, pugni e spintoni al San Camillo: parente di una paziente in codice rosa picchia un infermiere

Era arrivata in ospedale perché era stata picchiata. Ma, una volta al sicuro tra le mura del nosocomio, ecco l’inferno. Mentre i medici si prendevano cura della donna, ricoverata in codice rosa, un suo parente ha dato vita a una scena di violenza in pieno reparto: pugni, calci e spintoni a un infermiere, fermato solo dopo l’intervento di vigilanza e polizia. L’operatore è stato trasportato in pronto soccorso con una prognosi di sette giorni.
Violenza al San Camillo: cosa è successo
È successo a Roma, all’ospedale San Camillo venerdì sera, nel reparto Medicina 1B del padiglione Maroncelli, fuori dagli orari di visita. Secondo le ricostruzioni, un parente della paziente in codice rosa ha iniziato a molestare un’infermiera; un collega è intervenuto per difenderla ed è stato prima colpito alla mandibola e poi bersagliato con calci una volta a terra. Solo la tempestività dei colleghi e l’intervento della vigilanza hanno evitato conseguenze peggiori. L’aggressore è stato arrestato e portato via dalla polizia.

I sindacati: “Violenza inaccettabile”
Durissima la reazione della Uil Fpl San Camillo Forlanini. «Condanniamo fermamente il gravissimo episodio – dichiara il segretario Davide Leso – è inaccettabile che chi presta assistenza debba temere per la propria incolumità. Servono misure urgenti per fermare questa spirale di violenza». Tra le richieste dei sindacati ci sono più presidi di polizia nei nosocomi, l’estensione dei posti di polizia attivi, l’installazione e il potenziamento di telecamere di sorveglianza, percorsi di accesso vigilati, protocolli di intervento più rapidi e la certezza che i responsabili siano perseguiti con fermezza. E anche un piano di tutele legali e psicologiche per gli operatori aggrediti.
Anche la direzione sanitaria prende posizione. «Abbiamo subito attivato tutte le procedure di tutela dei lavoratori, informando le autorità competenti – ha spiegato il direttore generale Angelo Aliquò – Non appena possibile ci costituiremo in giudizio contro l’aggressore».
Le aggressioni in ospedale, un fenomeno che si ripete
Episodi del genere non sono purtroppo una novità al San Camillo. A marzo scorso, cinque professionisti furono circondati e aggrediti dai parenti di una paziente, rinchiusi a forza dentro una stanza. Scene che si ripetono troppo spesso, nonostante la presenza dei presidi di polizia ospedalieri. Episodi simili arrivano da altri ospedali di Roma e del Lazio, nonostante l’attivazione di presidi di polizia in 22 nosocomi.