Roma, cantieri infiniti su piazza dei Cinquecento “stretta” fino a marzo: cosa cambia per auto e parcheggi

Roma, piazza dei Cinquecento, foto Google Maps

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Roma, nel punto più delicato della città – davanti alla stazione Termini, in piazza dei Cinquecento – arriva l’ennesima proroga: un atto firmato il 22 dicembre 2025 sposta in avanti la scadenza delle misure legate al cantiere. Tradotto: fino al 31 marzo 2026 restano in piedi limitazioni e assetti provvisori. E questo fa discutere perché il Giubileo 2025, nella percezione Comune, “doveva” significare consegne rapide e una città pronta e addirittura già fruibile, da tempo, per i milioni di pellegrini in arrivo nella Capitale. Invece, almeno qui, si va oltre e il disagio resta.

Perché Piazza dei Cinquecento pesa così tanto

Non parliamo di un incrocio qualsiasi. Piazza dei Cinquecento è la porta di Roma: un nodo enorme dove ogni scelta ricade su pendolari, turisti, taxi e autobus. Quando questa zona si restringe, l’effetto si sente a catena: rallenta il traffico, si allungano i tempi di percorrenza, aumentano le manovre “improvvisate” e cresce la confusione. Per chi vive la città tutti i giorni, significa una cosa semplice: arrivare a Termini diventa più faticoso, e spesso più stressante.

Traffico: cosa cambia davvero per chi guida

L’atto proroga le misure di traffico già attive durante i lavori, quindi la regola pratica è: fino a fine marzo 2026, chi passa da Termini deve aspettarsi deviazioni, corsie ridotte e passaggi meno lineari. In questi mesi la filosofia è stata chiara: più spazio a bus e taxi, meno all’auto privata. Il risultato è che chi prova a “tagliare” per Termini rischia di rimanere intrappolato, soprattutto nelle ore di punta. Conviene ragionare prima: scegliere percorsi alternativi e mettere in conto tempi più lunghi.

Parcheggi e sosta: il problema che pesa di più

Il tema vero, per molti romani, non è solo il traffico: è la sosta. Con i cantieri, i posti comodi “a portata di stazione” diventano pochi e contesi. La sosta rapida per accompagnare qualcuno, o per una commissione veloce, è la prima a saltare quando cambiano gli assetti. Traduzione pratica: se devi portare qualcuno a Termini o prendere un treno, non dare per scontato di trovare parcheggio vicino. Meglio puntare su parcheggi organizzati nei dintorni e considerare l’idea di arrivare con mezzi pubblici o con un passaggio, quando possibile.

Bus, taxi e pedoni: Termini resta un puzzle

L’obiettivo finale è una piazza più ordinata, più sicura e più moderna, questo racconta il Campidoglio da due anni. Ma nel frattempo Termini resta un puzzle. Capolinea, fermate e punti di salita e discesa possono essere spostati o riorganizzati, e per chi non è pratico il rischio è perdersi tra transenne, percorsi obbligati e cambi improvvisi.

Qui la questione è anche sociale: Termini è frequentata da tutti, non solo da chi è “allenato” a muoversi in città. Quando la segnaletica non è chiarissima, pagano soprattutto anziani, famiglie, pendolari stanchi.

Il nodo politico: “opera giubilare” ma scadenza dopo il Giubileo

Il cantiere nasce come intervento legato al Giubileo, ma la proroga fino al 31 marzo 2026 racconta una verità scomoda: i grandi eventi promettono accelerazioni, però spesso consegnano anche rinvii. E ogni rinvio, a Roma, si traduce in giorni di traffico, ore perse, nervi scoperti.

La politica qui dovrebbe fare una cosa semplice: dire con chiarezza cosa resta da fare, quanto manca davvero e come si ridurranno i disagi. Perché il punto non è solo “finire i lavori”: è evitare che, nel frattempo, la città venga lasciata a arrangiarsi.

Roma, piazza dei Cinquecento vista dall’alto – www.7colli.it