Roma, caos al liceo Caravillani: studenti e professori aggrediti, “nessuna provocazione, solo violenza su minori”

liceo artistico Caravillani

Doveva essere una normale giornata di lezioni, invece si è trasformata in momenti di paura e di accuse incrociate. Al liceo artistico Caravillani, in zona Villa Pamphilj, tra Gianicolense e Monteverde, una serie di cori per la Palestina ha innescato una escalation che ha portato a insulti, spintoni e vere e proprie aggressioni contro minori e insegnanti. I familiari dei ragazzi parlano di uno scenario in cui non c’è stata alcuna provocazione da parte degli studenti, ma solo una violenza gratuita che ha lasciato ragazzi “confusi e mortificati”.

“Da parte degli studenti non c’è stata alcuna provocazione, ma è stato solo un episodio di violenza su minori”, dichiara la mamma di uno studente del liceo Caravillani di Roma. In un’intervista ad Alanews ha spiegato che “i ragazzi sono confusi e mortificati” e che a oggi la scuola non ha dato loro notizia di una comunicazione di scuse per quanto accaduto da parte della comunità ebraica giovedì 2 ottobre. La mamma si riferisce all’aggressione avvenuta al Caravillani, dove si trova anche Tempio Beth Michael.

Dalla ricreazione all’aggressione

Questa la ricostruzione fornita da alcuni genitori e da una docente. Durante la ricreazione, il collettivo studentesco stava svolgendo degli avvisi nel cortile, uno spazio in parte contiguo al complesso del Tempio Beth Michael. I ragazzi avrebbero intonato slogan come “Free Palestine”, senza alcuna minaccia o insulto antisemita. La tensione, però, è aumentata quando alcune persone legate alla sinagoga sono entrate nel cortile, dando il via a una serie di confronti verbali che, nelle fasi successive, sono sfociati in violenza fisica.

La professoressa: “Erano in cinque o sei, poi ne hanno chiamati altri dieci”

“Erano cinque o sei all’inizio, poi hanno chiamato un’altra decina di persone da dentro la Sinagoga. E con fare minaccioso, anche urlando, si sono rivolti ai ragazzi in modo che ha preoccupato noi e altri colleghi”, racconta la docente del Caravillani a LaPresse. “A quel punto ci siamo frapposti fra queste persone e gli studenti, anche perché gli adulti avevano cominciato a spintonare. Io mi sono rivolta verso una di queste persone chiedendogli cosa li avesse infastiditi. Lui mi ha risposto che i ragazzi li stavano minacciando e che erano stati anche fortunati perché in quel momento erano solo in 20 e che avevano fermato le persone dentro la Sinagoga, altrimenti non si sa come sarebbe finita”.

La preside in difesa dei docenti

Gioconda Martucci, preside del liceo artistico Caravillani, ha risposto alle dichiarazioni di Riccardo Pacifici, esponente storico della comunità ebraica di Roma. “È inaccettabile che i docenti che hanno svolto in modo professionale il loro incarico di vigilanza durante la ricreazione siano apostrofati in modo oltraggioso e che il loro operato assolutamente corretto sul piano civile e deontologico sia volutamente travisato per coprire responsabilità altrui, peraltro dimostrate da video e numerose testimonianze”, riporta l’agenzia Dire. “È opportuno riprendere il sereno rapporto, che tra l’altro c’è sempre stato, tra la comunità scolastica del Liceo Caravillani e la comunità ebraica che frequenta il Tempio Beth Michael, nel segno del rispetto reciproco e nello spirito del confronto, del chiarimento e delle libertà democratiche di cui la scuola è primo baluardo”.

Il caso ha riacceso il dibattito sul delicato equilibrio tra libertà di espressionerispetto delle fedi e convivenza civileall’interno degli spazi pubblici. La scuola, intanto, chiede chiarezza e un gesto che ponga fine a una frattura che, per molti genitori, “non doveva mai nascere”.