Roma, caos case popolari: le 130 famiglie di via di Val Cannuta non hanno pace

Un dramma per 130 famiglie che “vivono ogni giorno nell’incertezza più assoluta, senza sapere se e quando avranno accesso a una casa popolare, senza alcuna garanzia sul proprio futuro abitativo”.
È il grido disperato degli inquilini del Centro di Assistenza Alloggiativa Temporanea di Val Cannuta. Solo scendendo in strada e protestando il 5 giugno scorso sono riusciti a fermare lo sgombero forzato.

L’amministrazione Gualtieri vuole chiudere l’ex residence, ma intanto nessuna soluzione è stata trovata per oltre 130 famiglie.
Il rischio è che si ritrovino in mezzo ad una strada perché “vivono ogni giorno nell’incertezza più assoluta.
Senza sapere se e quando avranno accesso a una casa popolare. Senza alcuna garanzia sul proprio futuro abitativo”, è quanto denuncia l’Unione Inquilini che da oltre una settimana chiede l’apertura di un tavolo politico con le istituzioni.
Il problema non è solo la mancanza di edifici residenziali, ma l’assenza della graduatoria per l’accesso agli Alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica (ERP). Ad oggi “non è ancora uscita, la proroga dei Sassat non ci è stata mostrata”. spiega il sindacato.
Alle domande per le case sono state fatte le integrazioni per sopperire alle mancanze dei censimenti “non in grado di fornire un quadro completo ed adeguato della realtà”, per questo Unione Inquilini ha chiesto “un tavolo politico per determinare le fragilità utili per l’assegnazione di una casa popolare”.
Il piano dell’assessore Zevi
Il comune controbatte: non serve un tavolo politico, ma tecnico.
“Inutile se non per perpetuare il giochino dell’assessore Tobia Zevi che si nasconde dalle proprie responsabilità” sostiene Unione Inquilini che rincara: “Il Comune di Roma continua a trattare queste persone come pacchi postali da smistare altrove”.
Il progetto per la chiusura dei Centri di Assistenza abitativa Temporanea è iniziato nel 2023.
L’assessore capitolino al Campidoglio Andrea Tobia Zevi approvò la progressiva dismissione entro 4 anni di tutti i CAAT di Roma. Ma nel frattempo si fa difficoltà a trovare una sistemazione dignitosa tra immobili residenziali domande in aumento delle persone in uno stato di fragilità.
“L’Assessore Andrea Tobia Zevi pare davvero annoiato da queste quisquiglie che interessano 130 famiglie, forse preferisce pensare alle vacanze estive, come lo stesso Sindaco Roberto Gualtieri che non risponde alla lettera inviata” aggiunge il sindacato.
“L’inerzia di Zevi purtroppo sta creando seri disagi: bambini e genitori non sanno neppure dove dormiranno a settembre. Questa leggerezza istituzionale dimostra un disprezzo per la vita reale delle persone, per la loro dignità e per il loro diritto alla casa”.
Oggi dall’assessore la risposta a sorpresa: “Serve la manutenzione in 1.500 alloggi che potremmo stornare dai canoni. Presto saranno disponibili 3.000 appartamenti“.