Roma, caos Metro B, l’arrivo dei nuovi treni slitta ancora: tensione tra Campidoglio e Hitachi
Roma, i nuovi treni della metro B sono a Roma da mesi, ma i cittadini non li hanno ancora visti in servizio. Nel frattempo, il Comune si prepara ad aprire un contenzioso legale con Hitachi Rail, la società che ha fornito i convogli e che cura i collaudi. Sullo sfondo, migliaia di pendolari continuano a viaggiare ogni giorno su una linea storica, inaugurata nel 1955, che mostra tutti i suoi anni. Nel palazzo del Campidoglio cresce l’irritazione: a fronte di un investimento importante e di scadenze annunciate più volte, la messa in esercizio del primo treno è slittata e l’orizzonte di gennaio 2026, che sembrava realistico, oggi non è più garantito. La notizia è stata comunicata dall’assessore alla Mobilità di Roma, Eugenio Patanè, a Roma Today, nel corso di una intervista.
Dal primo arrivo ad oggi: la cronologia dei ritardi
Il primo convoglio Hitachi destinato alla metro B è arrivato a Roma l’8 aprile 2024, seguito da un secondo ad agosto, su un ordine complessivo di 36 treni. Dovevano rappresentare la svolta: più comfort, maggiore affidabilità, minor impatto sui continui guasti che tormentano gli utenti. Da allora sono partiti test e collaudi in linea, ma con un passo molto più lento del previsto. Mese dopo mese, l’esordio in servizio commerciale è stato rinviato, alimentando un vero e proprio “giallo” sui tempi reali del debutto. Oggi il Comune di Roma non nasconde più l’insoddisfazione e parla apertamente di possibili inadempienze contrattuali da parte del fornitore.
Collaudi notturni e infrastruttura vecchia: il piano che non regge
Al centro dello scontro c’è il cronoprogramma dei test. Nel contratto, Hitachi aveva previsto di lavorare tutte le notti, dalle 23:30 alle 5:00, per effettuare le prove in linea sulla metro B. Sulla carta, una tabella serrata per accelerare l’ingresso in servizio dei treni. Nella realtà, però, si è scontrata con i limiti di una infrastruttura storica. Nelle stesse ore notturne devono infatti svolgersi le manutenzioni ordinarie e straordinarie della linea, indispensabili per garantire l’apertura quotidiana del servizio. Risultato: il piano iniziale è saltato e oggi i tecnici possono lavorare solo tre notti a settimana, allungando inevitabilmente i tempi.
Personale ridotto e binari occupati: perché scatta il contenzioso
Secondo il Campidoglio, non è solo una questione di orari. L’amministrazione ritiene che la società non abbia messo in campo il numero di tecnici e addetti promesso per la messa in esercizio, rallentando ulteriormente le operazioni di collaudo. Inoltre, viene contestato il fatto che sarebbero stati occupati più binari del concordato, limitando ulteriormente la capacità di gestire la manutenzione notturna e l’organizzazione del servizio. Tutti elementi che, sommandosi, avrebbero prodotto un danno per il Comune e, soprattutto, per gli utenti. Per questo, dagli uffici capitolini si lavora all’ipotesi di un contenzioso formale con Hitachi, che potrebbe tradursi in richieste di penali e risarcimenti.
Chiusura anticipata alle 21: sacrificio chiesto ai cittadini
Per recuperare il tempo perduto, Hitachi ha messo sul tavolo una proposta destinata a far discutere: chiudere la metro B alle 21, anticipando lo stop serale per avere più ore a disposizione per i test. L’amministrazione sta valutando la richiesta, consapevole però dell’impatto enorme che avrebbe sulla mobilità, soprattutto nel periodo delle festività natalizie, quando centri commerciali, eventi e cene tra amici aumentano gli spostamenti. La decisione finale spetterà al sindaco, chiamato a bilanciare l’esigenza di accelerare i collaudi con quella di non lasciare migliaia di persone senza un’arteria fondamentale del trasporto pubblico nelle ore serali.
Dopo il “treno pilota”, la possibile accelerazione
Uno spiraglio positivo, almeno sulla carta, c’è. Una volta che il primo treno – il cosiddetto “treno pilota” – avrà completato tutte le prove e sarà regolarmente in servizio, il percorso per gli altri convogli dovrebbe essere molto più rapido. I successivi, infatti, non dovranno ripetere l’intera batteria di test, ma solo una parte delle verifiche, riducendo i tempi di collaudo a circa un mese per ciascun treno prima dell’entrata in linea. Resta però un’incognita decisiva: quando esattamente partirà davvero il primo convoglio con passeggeri a bordo? Finché quella data non sarà nero su bianco, i nuovi treni della metro B resteranno, per i romani, una promessa che viaggia ancora… a porte chiuse.