Roma capitale del crimine: boom di reati, +7% in un anno nel Lazio

Rapporto criminalità nel Lazio

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Criminalità in crescita, Roma e il Lazio a mano armata. Non è un bel quadro, quello che si delinea dal rapporto “La criminalità nel Lazio” presentato ieri nella sala Tevere della Regione Lazio dai curatori Edoardo Levatini e Vincenzo Rosario Spagnolo, alla presenza della vicepresidente Roberta Angelilli e della presidente della Commissione parlamentare antimafia Chiara Colosimo.

C’è da precisare che i dati sono quelli riferiti al biennio 2022-2023, ma, in quel periodo, il Lazio è stato tra le regioni italiane con il più alto numero di reati denunciati. Nel 2023 i dati sono aumentati del 7% rispetto all’anno precedente. E Roma la fa da “padrona”, con oltre l’80% dei reati denunciati. Primato nel Lazio, secondo posto in Italia, appena dopo Milano.

Reati in aumento dopo la pandemia

“Andrà tutto bene”. E invece no. Il rapporto dimostra che nel 2023 sono stati commessi il 14,37% dei reati in più rispetto al 2019, ovvero prima della pandemia da Covid. Ma ecco le cifre. Nel 2019 sono stati denunciati 265.026 reati. Nel 2022, nel Lazio sono stati denunciati 275.323 reati, che equivalgono a 17.111 denunce ogni 100 mila abitanti. Ulteriore aumento nel 2023, con 303.100 reati, che corrispondono a 18.296 denunce ogni 100mila abitanti. Di questi, 256.832 sono stati denunciati a Roma.

Roma Capitale… del crimine

La città metropolitana di Roma presenta dati allarmanti. Tra i reati, risultano in crescita i furti su auto in sosta, i furti in abitazione, le rapine e le denunce per reati legati agli stupefacenti. Il rapporto sottolinea come la Capitale non sia monopolio di un singolo gruppo mafioso, ma un laboratorio criminale dove agiscono insieme clan locali, gruppi stranieri e pezzi di organizzazioni più radicate, con un impatto che va dai reati predatori alla corruzione economica.

L’80% dei reati registrati nel Lazio avviene infatti entro i confini della Capitale. Una sproporzione che rende evidente come il problema sia concentrato a Roma, mentre le altre province — Frosinone, Latina, Viterbo e Rieti — mostrano incidenze molto più contenute.

Mafie, organizzazioni e piazze di spaccio

Nel rapporto si trovano riferimenti a indagini che hanno scoperto centri operativi mafiosi nella Capitale, collegati al traffico di stupefacenti e ad altre attività economico-illegali. La presenza della ’ndrangheta, la penetrazione di clan storici e l’emergere di gruppi con vocazione territoriale descrivono un quadro di “contaminazione” del tessuto urbano, in cui i tradizionali attori criminali dialogano con la malavita locale.

Si aggiungono poi il narcotraffico e le numerose piazze di spaccio dell’area metropolitana. I sequestri di sostanze stupefacenti aumentano, così come le operazioni antidroga che rivelano l’esistenza di reti complesse, capaci di rifornire sia la Capitale che il mercato nazionale ed estero.

La parte del Rapporto dedicata alla percezione del rischio non è meno significativa: minacce, danneggiamenti e furti con destrezza compongono il quadro della quotidianità che i cittadini vivono. Le aree periferiche, con strade dove il controllo è meno capillare, emergono come più vulnerabili, con segnali di devianza giovanile e di baby gang che spaventano i cittadini.

Latina e provincia: il versante sud del Lazio

La provincia di Latina mostra, nel Rapporto, profili diversi ma non meno preoccupanti. Furti, rapine e reati legati allo spaccio segnano il territorio, con alcune aree che fanno da corridoio verso il sud e da punto di appoggio per i flussi illeciti. Anche se con numeri inferiori rispetto alla Capitale, la gravità di certi fenomeni e la presenza di indagini rilevanti mostrano la necessità di interventi mirati sul controllo dei luoghi sensibili e sulle reti di approvvigionamento dei criminali.

Il progetto Socrates

Di fronte a questa emergenza, la Regione ha proposto Socrates, che prevede l’adozione di un’unità di Intelligenza Artificiale per l’analisi del crimine, intesa “come individuazione delle tendenze e dei motivi di disagio sociale ed economico alla base degli eventi delittuos”i. Si tratta, spiegano dalla Regione, “di uno strumento innovativo destinato a supportare concretamente la conoscenza del fenomeno per poter adottare adeguate e soprattutto tempestive strategie di prevenzione socioeconomiche”.