Roma caput Mou. Arriva la Coppa e la città impazzisce (video)

Roma Caput Mou. Ieri sera in una notte magica a Tirana, il popolo giallorosso ha conquistato un sogno. Sotto la guida del suo condottiero, che risponde al nome di Jose’ Mourinho. E per ricordare qualcosa di simile a queste latitudini, bisogna andare addirittura al 1961. Con la conquista della Coppa delle Fiere e il trofeo alzato al cielo da Giacomino Losi.O al torneo Anglo americano, che però non rientra negli almanacchi della UEFA. Anche allora, in panchina c’era un mito, Helenio Herrera. Anche lui, veniva dalla precedente esperienza con l’Inter. Corsi e ricorsi storici. Ma certamente di tempo ne era passato. Troppo. E il popolo giallorosso era affamato di vittoria. Arriviamo al 1984, quella finale disgraziata persa con il Liverpool ai rigori. Mai giocata, come dice una parte del tifo. E poi il 1991, finale UEFA. Persa contro l’Inter. L’ultimo trofeo alzato al cielo per la Roma, risale al 2008. 14 anni fa tocco’ al capitano De Rossi sollevare la Coppa Italia. Ieri sera, a un raggiante Lorenzo Pellegrini. Ma è stata la vittoria di tutti, della ‘famiglia’ romanista. Come l’ha definita Mourinho. Che non ha saputo trattenere lacrime e emozione. Lui, che aveva già vinto tutto. Ma alzare una coppa a Roma, ha un sapore speciale. Un fascino che forse neppure lo Special One aveva mai assaporato. Nella sua lunga e incredibile carriera.

La Roma in trionfo. Per Mou sono cinque, ma quante storie. Dalla favola di Zaniolo e Zalewsky al recupero di Spinazzola

Notte di trionfo per la Roma e il popolo giallorosso. Con il Feyenoord, degnissimo avversario arrivato terzo nel campionato olandese, piegato 1 a 0. Con un gol di forza di Nicolò Zaniolo. L’ottavo in stagione, il più importante della sua carriera. Una grande rivincita, dopo il doppio terribile infortunio al ginocchio. La sofferenza, e qualche critica di troppo. ‘Una serata che sognavo fin da bambino’, ha dichiarato Zaniolo ai microfoni di Sky. E in quella frase c’è tutta la felicità del ragazzo. Ma sono tante le storie di ieri da raccontare. Di Pellegrini, capitano e condottiero abbiamo detto. Ma una parola va spesa per Zalewski. Il ragazzino Italo polacco nato a Tivoli, pupillo di Boniek. Che ancora adolescente, ha già alzato il suo primo trofeo continentale. E poi Spinazzola. Aveva visto l’Europeo dell’Italia con le stampelle, ieri un paio di sgroppate incontenibili hanno fatto sapere alla Roma e alla Nazionale che Spina c’è ed è tornato. Ma anche Smalling, muro invalicabile. E poi tutti gli altri. Per una grande festa di popolo. Giallorossa, certo. Ma anche italiana. Erano infatti 12 anni che una squadra del Bel Paese non vinceva un titolo continentale. L’ultima prima della Roma? L’Inter di Mourinho. Come dire, no Special One, no party. E alle 23, Roma è esplosa.

I tifosi 12 esimo giocatore in campo. La Coppa è tutta loro

I tifosi della Roma sono stati il 12 esimo giocatore in campo. In migliaia presenti a Tirana. Tanti quanti il bellissimo – e piccolissimo- stadio della Capitale dell’Albania poteva contenere. In 50 mila davanti ai maxi schermi dell’Olimpico. Un fiume umano in tutta la città, fino alle prime luci dell’alba. Questa Coppa è anche e soprattutto la loro. Che hanno garantito il sold out dello stadio anche con il retrocesso Venezia. Con una manifestazione di amore che va oltre i risultati. E che può rendere i Friedkin orgogliosi e sicuri della bontà del loro investimento. Ma ieri, è arrivata finalmente anche la vittoria. Con il suo sapore bello è dolcissimo. Quello che Mou raccontava, e che ora ha trasformato da sogno in realtà. Facendo impazzire di gioia la Roma giallorossa.

https://youtu.be/tk3iARhOXXU