Roma, casa popolare da due mesi senza ascensore: “Anziani costretti a chiamare i Vigili del Fuoco per uscire”

La voce della disperazione arriva da via Sante Bargellini 23, nel cuore della periferia romana. Una palazzina popolare di proprietà Inps, segnata da decenni di disservizi, è ferma da oltre due mesi senza ascensore. E per gli inquilini più fragili la quotidianità si è trasformata in un percorso a ostacoli.
Due mesi di immobilità per la casa popolare di Roma
L’ascensore della palazzina Erp di via Sante Bargellini 23 è fuori uso da oltre sessanta giorni. Una serrata che pesa come un macigno su decine di famiglie, molte delle quali con anziani e disabili. Da settimane, chi abita ai piani alti vive una condizione di prigionia domestica: uscire di casa non è più un gesto scontato, ma un’impresa che richiede forze, aiuti e, in alcuni casi, persino l’intervento dei vigili del fuoco.

Emergenze notturne e scene drammatiche: Roma in ginocchio
Il caso più emblematico riguarda una donna allettata che vive all’ultimo piano. Durante un malore notturno, gli operatori sanitari hanno dovuto prenderla in spalla, portandola a braccia giù per tutti i piani. Una scena che racconta, meglio di ogni statistica, il peso dell’inerzia amministrativa. In assenza di un impianto funzionante, ogni emergenza si trasforma in dramma, ogni giorno in trappola.
Gli appelli ignorati dal Campidoglio
Gli inquilini hanno inoltrato segnalazioni e solleciti al Campidoglio. Ma, ad oggi, nessuna risposta concreta è arrivata. La burocrazia tace, mentre le famiglie continuano a pagare un prezzo altissimo in termini di dignità e sicurezza. “Ho fatto sia una segnalazione ad agosto e un sollecito il 12 settembre, ma ancora niente”, denuncia Fabrizio Montanini, consigliere municipale di Forza Italia del IV Municipio di Roma Capitale. Una frase che fotografa un silenzio assordante, quello delle istituzioni che dovrebbero garantire i servizi essenziali.
Una storia di guasti e disservizi
Non è la prima volta che la palazzina di via Bargellini finisce al centro delle cronache per i suoi problemi strutturali. Negli anni si sono susseguiti guasti agli impianti idrici e riscaldamenti malfunzionanti, lasciando gli inquilini per settimane senz’acqua calda o con termosifoni spenti in pieno inverno. Oggi, la nuova emergenza ascensore sembra l’ennesimo capitolo di una lunga e dolorosa saga di incuria.
La memoria di un tragico precedente
A rendere la vicenda ancora più inquietante è il ricordo di un episodio di circa quindici anni fa, quando, secondo i racconti dei residenti, una persona perse la vita proprio dentro quell’ascensore. Una tragedia rimasta scolpita nella memoria collettiva del condominio e che torna prepotentemente d’attualità ogni volta che si parla di sicurezza degli impianti.
Una città che abbandona i fragili
Il caso di via Sante Bargellini non è un episodio isolato. È il simbolo di una capitale che, troppo spesso, lascia indietro i suoi cittadini più deboli. Anziani intrappolati nelle loro case, disabili impossibilitati a muoversi, famiglie costrette a trasformarsi in barellieri improvvisati. Una situazione indegna per una metropoli europea che si proclama “inclusiva” ma che, nella realtà quotidiana, non riesce a garantire i servizi più elementari.
L’urgenza di un intervento
Il tempo degli appelli è scaduto. Ora servono risposte immediate. Perché due mesi senza ascensore non sono solo un disagio: sono una condanna a vivere segregati, una negazione di diritti fondamentali. E ogni giorno che passa aumenta il rischio di nuove emergenze, nuove scene drammatiche, forse nuove tragedie.