Roma, chiude Snodo Mandrione: lo spazio culturale lascia il quartiere

Roma, Snodo Mandrione

Snodo Mandrione chiude. La notizia è arrivata con un messaggio pubblico diffuso dagli organizzatori, che hanno annunciato la fine dell’esperienza culturale e ricreativa avviata nel 2020 all’interno di un’ex falegnameria nel quartiere Mandrione di Roma, a pochi passi dall’Acquedotto Felice. Un luogo che in pochi anni era riuscito a trasformarsi in uno spazio aperto e polifunzionale, capace di attirare migliaia di persone con eventi gratuiti e a basso costo, dedicati a tutte le età.

Cinema all’aperto, spettacoli di stand-up comedy, mostre fotografiche, mercatini artigianali, concerti live, DJ set, aree food e attività per bambini: Snodo si era imposto come uno dei principali punti di riferimento dell’estate romana, soprattutto nella zona Est della Capitale, offrendo una proposta culturale alternativa a quella dei grandi circuiti.

Proteste del vicinato tra le cause della chiusura di Snodo

Nel messaggio di commiato, i gestori fanno riferimento a “proteste” e “pressioni” da parte del vicinato, in particolare per i livelli di rumorosità e il numero crescente di frequentatori nelle ore serali. Una situazione che, unita a difficoltà operative e all’assenza di sostegni strutturali, avrebbe reso insostenibile la prosecuzione delle attività.

Non sono stati forniti ulteriori dettagli sulla possibilità di una futura riapertura o rilocalizzazione del progetto, né sono stati annunciati eventuali interventi da parte delle istituzioni locali. La chiusura avviene, di fatto, alla vigilia della stagione estiva, momento in cui lo spazio era solitamente più attivo.

Resta l’esperienza di un progetto culturale partecipato, oggi concluso

Al di là delle divergenze tra residenti e organizzatori, l’esperienza di Snodo Mandrione rappresenta un esempio concreto di rigenerazione urbana attraverso la cultura. Per quattro anni, lo spazio ha offerto occasioni di incontro, creatività e socialità in una zona non centrale della città, contribuendo a valorizzare un’area periferica.

Oggi l’avventura si chiude. Con toni più critici o più nostalgici, molti utenti hanno commentato la notizia sui social, sottolineando la perdita di uno spazio indipendente in una città che fatica a trovare un equilibrio tra vivacità culturale e vivibilità urbana.