Roma, chiusa via dei Gordiani, parte la rimozione del serbatoio GPL esploso: negozi chiusi nel raggio di 150 metri

Roma, esplosione in via dei Gordiani

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Roma torna a confrontarsi con l’incubo dell’esplosione avvenuta lo scorso 4 luglio al distributore di carburante Eni di via dei Gordiani, al Prenestino. Quel giorno, la deflagrazione di un serbatoio Gpl devastò l’area circostante, provocando la morte di Claudio Ercoli, 67 anni, storico dipendente della stazione di servizio, rimasto ustionato in maniera gravissima. La sua scomparsa è rimasta impressa come una ferita nella memoria del quartiere, che oggi rivive momenti di tensione con l’avvio delle operazioni di rimozione definitiva del serbatoio incriminato.

Strada chiusa e controlli serrati

A partire dalle 17 di martedì 10 settembre, via dei Gordiani è stata chiusa nel tratto compreso tra via Checco Durante e via Casilina. La decisione, assunta dai Vigili del fuoco e supportata dalla Polizia locale di Roma Capitale – Gruppo Prenestino – si inserisce in un piano di sicurezza straordinario, volto a garantire lo svolgimento delle operazioni senza rischi per residenti e passanti. Le pattuglie presidiano gli accessi, indirizzano il traffico deviato e vigilano affinché nessuno possa avvicinarsi al perimetro interdetto.

Attività commerciali sospese

L’ordinanza comunale prevede non solo la chiusura della strada ma anche lo stop totale per tutte le attività commerciali situate entro un raggio di 150 metri dal punto dell’incidente. Bar, negozi, esercizi alimentari e piccole botteghe hanno dovuto abbassare le saracinesche. Una misura drastica, ma ritenuta indispensabile per scongiurare qualsiasi pericolo legato alle delicate operazioni di smantellamento e inertizzazione del serbatoio. Il quartiere si presenta quindi in una veste insolita: strade semideserte, serrande abbassate, un silenzio carico di attesa.

Le operazioni di rimozione

L’intervento dei tecnici e dei Vigili del fuoco riguarda il serbatoio di Gpl che il 4 luglio scorso esplose con una potenza devastante. Si tratta di un’operazione complessa e ad alto rischio, che richiede manovre attente e calcolate. Il serbatoio, residuo di quella tragedia, rappresenta ancora oggi una potenziale minaccia se non gestito con la massima cautela. L’obiettivo è neutralizzare ogni residua pericolosità e garantire la completa messa in sicurezza dell’area, concludendo così una fase dolorosa che dura da oltre due mesi.

Tempistiche e disagi

Le operazioni sono programmate per concludersi nella mattinata di mercoledì 11 settembre. Fino ad allora, l’intera zona rimarrà sotto stretto controllo, con divieti di transito e di sosta. Inevitabili i disagi per i residenti, costretti a percorsi alternativi e a rinunciare per ore ai servizi di prossimità garantiti dalle attività locali. Tuttavia, la percezione generale è che la priorità resti la sicurezza collettiva, anche a costo di sacrificare per un giorno la normale vita di quartiere.

Una ferita ancora aperta

L’incidente del 4 luglio ha lasciato dietro di sé non soltanto danni materiali, ma soprattutto una ferita emotiva. La morte di Claudio Ercoli, stimato e conosciuto da molti abitanti del Prenestino, ha reso la vicenda ancor più drammatica. La chiusura di oggi e le operazioni straordinarie riportano tutti indietro a quel pomeriggio estivo, quando la quiete della città fu spezzata da un boato improvviso e da fiamme incontrollabili.

Verso la normalità

La rimozione del serbatoio rappresenta dunque non solo un atto tecnico, ma anche un passaggio simbolico: chiudere definitivamente il capitolo più doloroso di questa vicenda e restituire ai cittadini la serenità necessaria. Una volta completate le operazioni, la strada potrà essere riaperta, le attività commerciali riprenderanno a lavorare e il quartiere potrà gradualmente tornare alla normalità. Sarà, tuttavia, una normalità diversa, segnata dal ricordo di chi ha perso la vita e dalla consapevolezza dei rischi che un evento simile può generare.