Roma, chiuso il locale della movida a Trastevere: titolare e clienti (ubriachi) cercano di fermare i poliziotti

Locale chiuso a Trastevere

Era diventato il crocevia della malamovida trasteverina, dove ogni fine settimana si mescolavano alcol e irregolarità. Ma ora quel locale di via San Francesco a Ripa abbassa le saracinesche per 20 giorni, per ordine del Questore di Roma, che ha applicato l’articolo 100 del TULPS dopo mesi di controlli e una lunga lista di violazioni.

Dagli vendita di alcolici senza controllo alla mancanza di igiene

Tutto parte da una serie di controlli fatti nel corso di quest’anno, quando le pattuglie del Commissariato Trastevere, insieme agli ispettori della ASL SIAN Roma 1 e alla Polizia Locale, iniziano a monitorare il locale, già segnalato per schiamazzi, affollamenti e presenza di giovani alticci fino a tarda notte. Il punto di svolta arriva con l’ispezione dello scorso ottobre, quando gli agenti scoprono che la titolare aveva ignorato una precedente ordinanza del Comune di Roma, che imponeva la cessazione immediata dell’attività. Non solo. Secondo quanto verificato, il locale continuava a occupare abusivamente suolo pubblico, mentre la vendita di alcolici e superalcolici avveniva in totale disprezzo delle norme comunali e regionali.

Ma è entrando dentro il locale che gli ispettori si rendono conto della situazione. Mancava tutto. Dal manuale di autocontrollo alle indicazioni sugli allergeni, fino a qualsiasi forma di tracciabilità degli alimenti. La cucina, poi, presentava difformità strutturali tali da renderla ben lontana dagli standard minimi. I controlli hanno fatto emergere l’impiego di lavoratori in nero, anche in orari notturni, senza alcuna tutela né registrazione. Il tutto mentre fuori, nei fine settimana, si creavano assembramenti e continui episodi di disturbo alla quiete pubblica.

L’ultimo blitz e la “disobbedienza civile” guidata dalla titolare

La situazione precipita durante l’ultimo controllo, quello che ha convinto la Questura a intervenire con decisione. La titolare, invece di collaborare, avrebbe incitato gli avventori – molti completamente ubriachi – a ribellarsi, parlando apertamente di “disobbedienza civile”. Di fatto ostacolava gli agenti, proseguendo nella somministrazione di alcol come se non stesse accadendo nulla. Per lei è scattata una denuncia per minacce a pubblico ufficiale, oltre alla contestazione per aver servito bevande a clienti già in evidente stato di alterazione. Le sanzioni amministrative superano gli 18.000 euro.

Visto quanto accaduto, il Questore ha deciso di prendere provvedimenti. Le ripetute violazioni, il locale divenuto un punto di ritrovo per gruppi che abusavano di alcol, gli episodi di disturbo e perfino di intralcio alla circolazione, hanno portato alla sospensione immediata della licenza. Il locale resterà chiuso per 20 giorni.