Roma, ciclabile di via Panama: spiragli di trattativa tra Comune e residenti: 4 ipotesi di cambio-tracciato

Roma, il tracciato della ciclabile di via Panama

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Roma, metro alla mano, tecnici del Comune e residenti hanno passato in rassegna ogni metro della ciclabile di via Panama, ai Parioli. Un sopralluogo dal sapore molto pratico, più da ufficio tecnico che da scontro ideologico, con un obiettivo chiaro: capire come restituire sicurezza e scorrevolezza alla strada senza smontare il progetto del Grab, il Grande raccordo anulare delle bici. Il gruppo di residenti “Sos Panama” è riuscito a portare sul posto ingegneri, architetti e politici capitolini, aprendo un primo spiraglio di trattativa. Sul tavolo, quattro ipotesi di modifica del tracciato e un impegno: valutare rapidamente costi e fattibilità per provare a ripristinare la doppia corsia.

Primo nodo: l’imbuto di piazza Cuba

La criticità più evidente è l’“imbuto” creato dalla nuova ciclabile, soprattutto all’altezza di piazza Cuba. Qui, nonostante un primo intervento di restringimento del cordolo che separa pista e carreggiata, la strada è rimasta di fatto a una sola corsia. Chi deve svoltare su viale Romania è costretto a mettersi in fila, con ripercussioni sulla sicurezza e sul flusso del traffico. I tecnici hanno proposto di spostare la striscia di mezzeria verso sinistra per far affiancare due auto. I residenti obiettano: così non si raggiungono ancora le misure regolamentari delle due corsie (2,80 metri ciascuna).

L’ipotesi pista sul marciapiede e l’incidente in diretta

Da qui nasce la prima ipotesi di modifica: spostare la pista ciclabile sul marciapiede, almeno nel tratto più critico, sfruttando lo spazio oggi previsto dietro la pensilina Atac. In questo modo si potrebbero recuperare preziosi centimetri per l’ampiezza della carreggiata. Proprio mentre si discuteva di sicurezza, un incidente ha congelato la discussione: uno scooter a terra, nello stesso punto in cui meno di dieci giorni fa si era verificato un sinistro simile. Un episodio che ha rafforzato la richiesta dei residenti di intervenire in fretta, in nome non solo della fluidità del traffico, ma anche della sicurezza quotidiana di chi percorre via Panama.

Corsia ridotta al semaforo: tra rallentamenti e pedoni protetti

La seconda criticità riguarda il tratto del semaforo pedonale, dove si sono accumulati cordoli per la discesa passeggeri (1,40 metri), rastrelliere per monopattini (3,25 metri), marciapiedi allargati “a orecchie di elefante”, pista ciclabile (2,50 metri) e marciapiede finale (3,50 metri). Risultato: una carreggiata ridotta a 4,40 metri. Per i tecnici del traffico, questa scelta serve a far rallentare le auto e aumentare la sicurezza degli attraversamenti. Ma qui si apre la seconda ipotesi di aggiustamento: rivedere dimensioni e ingombri di cordoli, rastrelliere e marciapiedi, cercando un equilibrio tra protezione dei pedoni e necessità di una strada che non si trasformi in un collo di bottiglia permanente.

Terzo nodo: parcheggi, marciapiedi e l’idea di cambiare lato

Scendendo verso via Salaria, il cordolo-banchina che corre accanto alla ciclabile continua a misurare 1,40 metri, andando a rosicchiare spazio alla carreggiata. La normativa prevede marciapiedi per i passeggeri se ci sono parcheggi in linea, ma qui i residenti propongono un ribaltamento dello schema. Terza ipotesi: eliminare i parcheggi lineari sul lato della pista – liberando così la necessità del marciapiede per chi scende dall’auto – e trasformare in parcheggi a spina quelli sul lato dei palazzi. Una soluzione che, nelle prime reazioni, sembra aver trovato una certa apertura tra i rappresentanti del Comune, perché permetterebbe di recuperare spazio di manovra senza rinunciare completamente alla sosta.

Quarta ipotesi: spostare l’inizio della ciclabile di 50 metri

Davanti al Parco Rabin emerge il quarto nodo, più “strategico” che geometrico. La ciclabile nasce dall’idea – in realtà già bocciata anni fa – di far attraversare Villa Ada dal Grab. Oggi però i ciclisti usano soprattutto il sentiero di via del Canneto, una cinquantina di metri più su rispetto al cancello del parco. La quarta ipotesi di cambio-tracciato è dunque spostare l’inizio della pista proprio da via del Canneto, liberando quei 50 metri oggi occupati da pista e cordoli su via Panama. Spazio che potrebbe essere redistribuito alla carreggiata e ai parcheggi, con benefici immediati per chi ogni giorno entra ed esce dal quartiere in auto o in autobus.

Via Lisbona a doppio senso e i prossimi passi

Su un punto, almeno, Comune e residenti sembrano già allineati: il ripristino del doppio senso di marcia su via Lisbona, per alleggerire il traffico che oggi si scarica quasi tutto su via Panama. Si tratterebbe di un intervento complementare alle quattro ipotesi di modifica del tracciato, ma con ricadute concrete sulla vita quotidiana di chi si muove tra Parioli, Salaria e Villa Ada. Ora la palla passa al tavolo tecnico: i professionisti di Roma Servizi per la Mobilità dovranno verificare con urgenza costi, norme e fattibilità, perché dalla soluzione di questo “caso Panama” dipende un messaggio chiaro a tutta la città: le infrastrutture ciclabili possono convivere con la sicurezza stradale e le esigenze di chi abita quei quartieri.