Roma, ciclabile di via Reni, residenti ancora contro il Campidoglio: “Il Comune ci nega un confronto”

Roma, via Guido Reni

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Roma, il progetto della ciclabile di via Guido Reni, tratto urbano del GRAB (Grande Raccordo Anulare delle Bici), procede spedito nel cuore del Flaminio. La cronaca romana ha già dato conto delle tensioni sorte nel quartiere, con l’avanzamento del cantiere all’altezza del mercato rionale e lungo l’asse che connette Ponte Milvio, il MAXXI e le vie residenziali limitrofe. In questo quadro, e come segnalato anche sulle pagine locali del Corriere della Sera – Roma, torna a farsi sentire la voce dei residenti, preoccupati per le ricadute pratiche sull’accessibilità e sulla vivibilità quotidiana.

Il nodo del confronto

Al centro della contestazione c’è il metodo. Il gruppo “Sos Guido Reni” denuncia di non essere stato ricevuto né dall’assessorato alla Mobilità guidato da Eugenio Patanè né dal Municipio. «È sconcertante – si legge nella nota – che in una democrazia si debba supplicare nella speranza di partecipare attivamente alla cosa pubblica. L’unica sede di confronto non può essere l’aula di un Tribunale». Il punto, per i residenti, non è negare la ciclabilità, ma avere un tavolo chiaro su criticità e alternative.
I lavori e il quartiere
Il cantiere procede secondo il progetto esecutivo. Mentre le ruspe avanzano, in alcune giornate i cittadini hanno provato a rallentare i mezzi pesanti posizionando transenne e chiedendo spiegazioni in strada. Il quartiere vive così una doppia pressione: quella dei lavori – polveri, rumori, restringimenti – e quella dell’incertezza sulle modifiche definitive a sosta, carico-scarico e accessi al mercato. Il rischio, spiegano i residenti, è che interventi permanenti arrivino prima di un confronto su come mitigare gli impatti.

Sicurezza e accessibilità

Il tema di pubblica utilità è duplice: promuovere la mobilità attiva e garantire sicurezza e servizi. Una ciclabile ben progettata può ridurre incidenti, incentivare gli spostamenti brevi e alleggerire il traffico. Ma in una strada che serve mercato, scuole e ambulatori occorre calibrare spazi per pedoni, ciclisti, auto di servizio e mezzi di emergenza. I residenti chiedono verifiche puntuali su attraversamenti protetti, fermate TPL, stalli per disabili, corridoi di soccorso e percorsi per le merci, per evitare colli di bottiglia nelle ore di punta.

La “par condicio” con via Panama

Nel mirino c’è anche l’asimmetria percepita con altri dossier. Il comitato invoca «par condicio con via Panama», dove una diversa interlocuzione istituzionale avrebbe consentito aggiustamenti in corso d’opera. «Nonostante promesse e proclami di revisione e alternative credibili – afferma Sos Guido Reni – nessuna nostra delegazione è stata ancora ricevuta dall’assessore e dalla Commissione Mobilità, come “concesso” a Sos Panama». La richiesta è semplice: stessi tempi, stessi criteri, stessa apertura.

Cosa chiede il territorio

Le istanze principali riguardano: un incontro pubblico con assessorato e Municipio; la pubblicazione di tavole aggiornate e simulazioni di flussi; un cronoprogramma che scandisca fasi e misure di mitigazione; un monitoraggio in esercizio su sicurezza, carichi e rumorosità; eventuali correttivi rapidi (micro-spostamenti di stalli, sosta breve per il mercato, fasce orarie per i fornitori). L’obiettivo dichiarato è “ciclabilità sì, ma senza sacrificare servizi essenziali”, con una progettazione che tenga insieme utenze deboli e bisogni del quartiere.

Cosa può fare il Campidoglio ora

Per uscire dall’impasse servono tre mosse: aprire il tavolo, garantire trasparenza sugli elaborati tecnici, fissare indicatori di esito. Un confronto strutturato, con verbali e scadenze, può trasformare la protesta in collaborazione: sopralluoghi congiunti, prove di esercizio, correttivi a basso costo, comunicazione capillare durante i lavori. La ciclabilità è un’infrastruttura di salute pubblica; il processo, però, è infrastruttura di fiducia. E nel Flaminio, oggi, la fiducia passa dalla sostanza del dialogo, oltre gli slogan e oltre i cantieri.